Grazie all’accordo sul nucleare e alla fine delle sanzioni contro l’Iran, domenica 17 aprile Air France riaprirà il collegamento aereo Parigi-Teheran chiuso otto anni fa. È una novità importante per la compagnia e per la sua clientela soprattutto d’affari, ma non tutto sta andando liscio. Alcune hostess non hanno apprezzato la circolare interna che indica l’obbligo di indossare pantaloni, una giacca lunga, e di coprirsi il capo con un velo appena uscite dall’aereo, per rispettare la legge islamica in vigore in Iran. A riportarlo è il portale web de “Il Corriere della Sera”.
«Durante lo scalo a Teheran, e fuori della camera d’albergo, le hostess dovranno portare un foulard e un vestito ampio e lungo che permetta di “nascondere le forme”», denuncia il segretario del sindacato Unac (Unione dei naviganti dell’aviazione civile), Jean-Marc Quattrochi, che ha scritto una lettera alla ministra per i Diritti delle donne Laurence Rossignol. «In più, a differenza dei loro colleghi maschi, le donne vengono invitate a non fumare in pubblico e le camere a loro riservate sono tutte per non-fumatori. A giudizio delle hostess queste indicazioni non hanno niente di professionale, e sono vissute come delle vere offese alla loro dignità. Per alcune di loro, questo è particolarmente insopportabile».
Impossibile chiedere una deroga alla legge iraniana solo per le hostess dell’Air France. Che chiedono allora di potere essere esentate dal servizio. «Non ci spetta dare giudizi sull’obbligo del velo in Iran — ha detto la sindacalista Flore Arrighi a FranceTvInfo, che ha rivelato il caso —. Quel che denunciamo è la costrizione: le hostess devono poter rifiutare di imbarcarsi sul volo per Teheran», senza conseguenze negative per lo stipendio, il curriculum professionale o la pianificazione dei turni. In pratica, le hostess chiedono una sorta di obiezione di coscienza.
Air France ribatte che le regole iraniane sono imposte a tutte le compagnie aeree del mondo, e che «la tolleranza e il rispetto dei costumi dei Paesi che serviamo fanno parte dei valori dell’azienda». Inoltre, le stesse regole erano in vigore fino a prima dell’interruzione del servizio, otto anni fa. «Ma il contesto generale è ben più sensibile che all’epoca – spiega la sindacalista del personale navigante, Françoise Redolfi -. Molte hostess ci hanno contattato per dirci che mettersi il velo per loro era fuori questione». Una decisione verrà presa all’inizio della prossima settimana.