«I cantieri italiani sono saturi». E le commesse finiscono in Romania. Completamente bypassato il sito stabiese di Fincantieri, ripiombato nella crisi nonostante i numeri record del gruppo di Trieste. Questa volta non si parla soltanto di divario nord-sud, per cui i cantieri meridionali risultano depotenziati. Piuttosto Fincantieri preferisce costruire all’estero anziché risollevare le sorti dello stabilimento di piazzale Amendola. E’ questo il succo di un piano industriale presentato ufficialmente dall’azienda ma che non piace nemmeno un po’ ai sindacati. Si annunciano tempi difficili e uno scontro pronto a scoppiare sul tavolo di Confindustria a Roma, dove da mercoledì e per tre giorni ci sarà una tre giorni di confronto serrato tra il gruppo di Trieste e le parti sociali. Il punto su cui si batteranno sono proprio le quattro navi di crociera di piccole dimensioni destinate ai cantieri esteri. In particolare a quelli dell’azienda controllata Vard. L’annuncio dell’ad Giuseppe Bono non è stato accolto con favore. Si parla di saturazione dei cantieri italiani, compreso quello di Castellammare, per cui le commesse saranno trasferite all’estero, in particolare tra Romania e Norvegia. Ma se i cantieri italiani sono saturi, perché allora per il sito stabiese arriva la proroga della cassa integrazione per circa 170 lavoratori?
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