A Napoli, si sa, il ragù è sacro quasi quanto il Duomo di San Gennaro. Eppure, anche la passione “senza tempo” per tracchie e pomodori, a volte, può giocare brutti scherzi. Lo ha scoperto, sulla sua pelle, una pensionata di Ercolano che sarebbe stata aggredita, a bottigliate, dal marito ultra 80enne. La sua colpa? Aver “presentato” al compagno di una vita un sugo non proprio a “regola d’arte” con “l’aggravante” di aver commesso “l’aborto” culinario proprio il giorno di Natale. Una storia ai limiti della realtà che ha spinto il giudice Luigi Buono del Tribunale di Napoli a condannare in primo grado, per lesioni e maltrattamenti, il pensionato a due anni di reclusione con pena sospesa. La punta dell’iceberg di un processo dai contorni incredibili. Secondo le accuse, venute fuori anche dalla causa di separazione aperta dopo un matrimonio durato 40 anni, l’80enne – sfidando anche gli acciacchi – avrebbe più volte aggredito, soprattutto verbalmente, la consorte per futili motivi.
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