Una volta giunta sul mercato campano, la cocaina importata dai Tamarisco veniva collocata sul mercato attraverso soprattutto Vincenzo Barbella, un pluripregiudicato 69enne che acquistava all’ingrosso dal clan per poi rivendere alle ‘famiglie’ del Napoletano che cosi’ rifornivano le loro piazze di spaccio. I Tamarisco avevano anche instaurato di recente un rapporto con una cosca della ‘ndrangheta jonico-reggina, cosi’ come mostra il sequestro a novembre dello scorso anno di un chilo di cocaina in un bed and breakfast oplontino che un rappresentante della ‘ndrina aveva portato come campione grazie a un corriere con un’auto munita di doppiofondo. Eseguito anche l’arresto di Salvatore Iavarone, il broker della coca residente in Ecuador, grazie a un mandato di arresto internazionale; l’uomo viveva a Guayaquil, dove gestiva attivita’ commerciali, e da quel porto salpavano le navi cariche della ‘neve bianca’ destinata al clan di Torre Annunziata. In una nota, il procuratore aggiunto Filippo Beatrice ringrazia per questo arresto la polizia locale per aver collaborato alla individuazione e alla cattura di Iavarone nonostante l’emergenza legata al sisma che ha interessato quel paese. Una ‘cimice’ messa dalle forze dell’ordine nell’abitazione di Domenico Tamarisco, non solo ha fatto luce sul narcotraffico, ma ha anche portato al decreto di fermo a suo carico per l’omicidio che stava progettando.
CRONACA
27 aprile 2016
Torre Annunziata. I rapporti dei Tamarisco con la ‘ndrangheta e i viaggi in Ecuador