NOCERA INFERIORE – «Prendevamo i carichi e li portavamo a destinazione dove ci dicevano. Per noi era tutto regolare». Così le seconde linee coinvolte nell’operazione Big Boat, autisti, guidatori e fiancheggiatori, si sono difesi davanti al gip del tribunale di Nocera Inferiore Alfonso Scermino, con la replica del silenzio scelta da alcuni dei coinvolti. Così ha respinto le accuse professando la propria innocenza il benzinaio di Poggiomarino Domenico Oriundo, “Mimmo”, accusato di rifornire di benzina i mezzi, disponibile a tutte le ore passando soldi, su direttive del capo Vezzi, e di costituire tramite tra i guidatori e i vertici dell’organizzazione, raccogliendo e smistando pagamenti per conto del gruppo, e facendo in tanti modi da punto di riferimento.
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