“Finalmente ho avuto giustizia, anche se lo sapevo dall’inizio che me l’avevano ammazzata mia figlia”. Così a SkyTg24 HD Domenica Guardato, la madre della piccola Fortuna Loffredo, violentata e poi gettata dal balcone dall’ottavo piano di un palazzo il 24 giugno del 2014 nel Parco Verde di Caivano. “Era una sensazione che avevo dentro di me – ha aggiunto – e poi ho avuto anche dei sospetti, perché non si può scomparire così in 10 minuti come hanno ucciso mia figlia. Lei amava la vita, lei voleva vivere”. Parlando di Raimondo Caputo, vicino di casa, arrestato con l’accusa di violenza sessuale e omicidio della bambina, ha detto: “Io non lo chiamerei uomo perché per me non è un uomo, lo chiamerei mostro. Perché ad uccidere una bambina e anche a violentarla, che cosa hai provato in quell’attimo che hai abusato di una bambina di sei anni?. Io lo chiamerei soltanto mostro”. “L’ergastolo ce l’ho io a vita. Questo dolore me lo porterò fino alla tomba. Quello che ha lui, l’ergastolo, non è niente perché sì, deve marcire in galera, ma lui vive e mia figlia no”. Alla domanda se secondo lei ci sia stata omertà nel quartiere ha risposto: “Io ho solo bisogno di andare avanti e di guardare i miei figli, per il resto non mi interessa più di niente perché ormai mi hanno distrutto la vita”.
CRONACA
30 aprile 2016
Fortuna, la mamma: “Sapevo che me l’avrebbero ammazzata, l’ergastolo ce l’ho io”