Che il carabiniere di Trecase non fosse di certo un estraneo per il prelato innamorato della divisa era evidente ma che fosse addirittura colui a cui avrebbe dovuto dire «grazie» per la presunta raccomandazione, forse nessuno lo avrebbe mai immaginato. Anche questo è al vaglio delle indagini della Procura di Massa Carrara. La presunta raccomandazione diventata ora uno dei punti principali dell’intera inchiesta potrebbe fare chiarezza su alcuni degli aspetti ancora da accertare e che ora sembrano emersi proprio dopo alcuni riscontri che i carabinieri hanno effettuato. Il carabiniere di Trecase, L.D.S. don Antonio lo avrebbe conosciuto tramite amici e proprio a Torre Annunziata. Un «intervento miracoloso» che gli avrebbe consentito il via libera per l’ingresso nell’Arma, cosa che invece fino a qualche tempo prima gli era stato vietato. Il carabiniere era infatti affetto da monorchidismo, una malformazione congenita che però gli aveva impedito di superare le visite mediche ma che invece, grazie all’intervento di don Antonio, sarebbe riuscito ad averla franca. Ovviamente tutto ancora da verificare ma che se così fosse non solo sarebbe una prova contro don Antonio che probabilmente sperava di poter trarre un tornaconto ma che potrebbe rivoltarsi anche contro lo stesso carabiniere.
CRONACA
4 maggio 2016
Pompei, don Antonio faceva persino “miracoli” alla visita medica