«Non ha tenuto fede al patto: dare il suo corpo in cambio dell’ingresso nell’Arma dei carabinieri ecco perchè lo ha minacciato». Un ricatto. In piena regola d’arte. E’ quanto racconta la gola profonda del Santuario di Pompei ai carabinieri di Massa Carrara. Un ex membro della curia pompeiana che avrebbe deciso di mettere nero su bianco e confessare i retroscena di quello che per anni lui avrebbe visto e sentito in quelle stanze del colosso religioso dove prestava servizio. Le “confessioni” del prelato per i carabinieri pisani potrebbero rappresentare un valido contributo e offrire finalmente una svgolta nelle indagini che ormai da 47 giorni vedono i riflettori puntati su don Antonio Marrese, sul santuario di Pompei dove il parroco prestava servizio religioso . Ma l’ex cappellano nei giorni in cui era a Torre Annunziata, come guida sprirituale non sarebbe stato poi cosi immacolato. Quello che emerge è sempre più inquietante. Ad accentrare le attenzioni è però non più il carabiniere che ha denunciato le presunte avances del parroco, ma la fidanzata. La ragazza originaria di Torre del Greco sarebbe finita in una serie di esposti anonimi presentati ai carabinieri della compagnia di Torre del Greco: sette lettere dove la donna finisce nel mirino per presunte parentele scomode, dove viene dipinta in malo modo e pertanto donna da tenere lontano da un carabiniere. Una corrispondenza supportata in alcuni casi anche d fotografie. Lettere sequestrate e ritrovate anche all’interno dell’alloggio di don Antonio Marrese a Pompei insieme a materiale pedopornografico. Le lettere secondo quanto emerge sarebbero state scritte da don Antonio con lo scopo di dividere la coppia e godere poi delle grazie del carabiniere.
CRONACA
4 maggio 2016
Pompei. Don Antonio, prete geloso della fidanzata del carabiniere: spuntano le lettere anonime