Il progresso tecnologico sarebbe alla base di un prevedibile nuovo crollo delle quotazioni del petrolio entro i prossimi anni. Lo sostiene con grande convinzione il ceo di Fasanara Capital, Francesco Filia, secondo il quale i prezzi sarebbero destinati a scendere in un decennio sotto i 10 dollari al barile. Le cause? Tecniche estrattive sempre più efficienti, miglioramenti nella produzione di energia pulita e una maggiore efficienza nella resa delle batterie. A tale riguardo, il manager cita il dato sulla produttività degli impianti estrattivi negli USA, quadruplicatasi in appena 5 anni. Il risultato è ottenuto confrontando il numero dei pozzi da cui viene estratto greggio per ogni giacimento. Ma la vera rivoluzione, spiega, avverrà quando ci sveglieremo un giorno e noteremo che dalle batterie, utilizzate per l’immagazzinamento dell’energia solare ed eolica, potrà essere accumulata molta più energia di quanto non sia attualmente possibile fare. Tutto questo, mentre i costi dei pannelli solari starebbero diminuendo a ritmi esponenziali, continua, lasciando intravedere un calo della domanda di greggio piuttosto drastico nei prossimi anni. Tornando un attimo al discorso delle batterie, il ragionamento è il seguente: esse servono per accumulare l’energia prodotta dalla luce del sole o dal vento, che potrà così essere utilizzate nelle ore di buio o di assenza di vento. Più sono efficienti, ovvero maggiore è la quantità di energia accumulabile, più alta sarà la loro resa e di conseguenza la convenienza nell’utilizzare le fonti alternative, i cui costi sarebbero così abbattuti.
CRONACA
8 maggio 2016
Crollo del petrolio, colpa delle batterie