E’ il giorno della difesa per Raffaele Schettinom anche se lui non era in aula.
Non fu tutta colpa di Francesco Schettino, ma anche dell’equipaggio, in particolare della plancia di comando che non lo avviso’ del rischio che correva la nave Costa Concordia di andare contro gli scogli. Così il difensore Donato Laino ha chiamato in causa durante l’arringa al processo di appello di Firenze l’equipaggio e in particolare la plancia della Costa Concordia che non avrebbe adeguatamente supportato il comandante prima dell’incidente al Giglio. “Schettino aveva un equipaggio – ha detto Laino -. Quando, rientrato in plancia, chiese la velocità Ciro Ambrosio – primo ufficiale della Costa Concordia, che ha patteggiato la pena – che lo sostituiva al comando, non la chiese a un nessuno, ma al suo sottoposto”. “In plancia – ha proseguito – c’erano gli ufficiali Ambrosio, Coronica, Ursino, il timoniere Rusli Bin, l’allievo Iannelli, che non sono elementi estranei, non sono i mozzi. Perché non lo avvisarono in tempo della reale posizione della nave?”. “E perché Ambrosio non chiese esplicitamente a Schettino quando avrebbe dovuto passargli il comando, quando avrebbe voluto proseguire al suo posto?”, ha anche chiesto l’avvocato Laino facendo riferimento alla sentenza di primo grado laddove si sottolinea che Schettino aveva imposto autorita’ sulla nave al punto da non ammettere di essere contraddetto dai subordinati, che lo temevano. “In realtà – ha continuato Laino – a bordo della nave e in plancia il clima era tranquillo, socievole”. Sempre criticando la sentenza di Grosseto, l’avvocato Laino ha aggiunto: “Anche il chiedere la velocità non puo’ essere considerato un elemento di turbativa, di distrazione per Ambrosio tanto da non fargli dire che rotta teneva la rotta la nave”. Per il difensore di Schettino, “Ambrosio è stato inattendibile, ha cambiato versione varie volte, ci sono balle nel suo racconto”, mentre “Schettino si è affidato alla giustizia e si fece interrogare subito ad Orbetello quando pero’ ancora non era lucido e risentiva delle conseguenze dell’ incidente”. La difesa oggi ha chiesto di riaprire il dibattimento anche per sentire l’ufficiale di plancia Silvia Coronica, che patteggiò la pena ma che al processo di primo grado si avvalse la facoltà di non rispondere. L’udienza è durata sei ore. Domani il processo prosegue sempre con l’arringa tenuta, però, dopo Laino, dall’avvocato Saverio Senese. Schettino, assente come già annunciato, si è informato delle varie fasi dell’udienza via telefono.