Una Confindustria “equidistante dai partiti ma non dalla politica”, lontano da una logica “bi-partisan” rigorosamente invece “no partisan”. E neppure consociativa e conflittuale e che “sappia dire no ai rapporti di scambio, sappia opporsi ai veti e rispetti le competenze e l’autonomia di tutte le parti in gioco” per essere “protagonisti senza protagonismi”. E’ questa la Confindustria che il neo presidente, il salernitano Vincenzo Boccia, si appresta a consegnare al Paese nel corso del suo mandato da qui al 2020.
Ma è anche una Confindustria che resta divisa come dimostra il voto dell’assemblea che lo ha incoronato: 914 voti a favore su 1046 voti validi, pari all’87% di sì (Squinzi toccò il 94%) e 132 no ma su cui pesano quelle 305 schede bianche, presumibilmente di Assolombarda, e le 16 ritirate ma non consegnate. “Non abbiamo votato contro per avere una spiegazione costruttiva”, spiegherà poi il leader di Assolombarda, Gianfelice Rocca.
Ma la situazione non scoraggia il neo presidente: “Apriamo questa grande stagione facendo diventare le critiche una opportunità trasformando la rabbia in passione per costruire una grande Confindustria perche’ non abbiamo tempo da perdere”, è l’invito che lancia dal palco dell’assemblea privata prima di lanciarsi in un affondo: “Nessuno può rivendicare il monopolio del cambiamento perché il cambiamento si realizza e non si dichiara; prima si fa poi si parla”, dice. E proprio all’indirizzo di Rocca, senza però mai citarlo, dice: “Chi pensa di fare da solo, di avere l’unica patente del cambiamento, commette un errore, diventando il peggior nemico di se stesso, si isola e non contribuisce al cambiamento”.
Di questa Confindustria, invece, rivendica con orgoglio, “c’è bisogno per affrontare le grandi sfide che ci attendono”. I temi della sua presidenza comunque non si esauriscono qui. Ma sarà domani che Boccia scoprirà tutte le carte. Dal palco dell’assemblea pubblica, a cui parteciperà anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, infatti affronterà i dossier più caldi sul tavolo del dibattito politico: dalla riforma della contrattazione il cui accordo con Cgil Cisl e Uil è ancora in stand-by al difficile contratto dei metalmeccanici, categoria quella meccanica, di punta in casa confindustriale. Non solo. Anche la riforma costituzionale, il cantiere aperto dal governo sulle pensioni e il costo del lavoro, tanto per citare i capitoli piu’ corposi della prossima politica di governo, saranno al centro delle su considerazioni finali”.
Da Salerno, intanto, arrivano gli attestati di stima per il nuovo capo degli industriali italiani. “A nome mio e degli industriali salernitani esprimo i migliori auguri di buon lavoro ad Enzo Boccia e alla squadra dei Vice Presidenti eletti con lui – dichiara il Presidente di Confindustria Salerno, Mauro Maccauro. Le aziende salernitane sono molto orgogliose di avere alla guida della più grande e strutturata associazione di rappresentanza datoriale italiana un imprenditore lungimirante, con una visione ampia e allo stesso tempo ben radicato sul suo territorio che saprà imprimere una svolta sostanziale alla guida di Confindustria. L’amplissimo consenso ottenuto in Assemblea e l’autorevolezza della squadra di Presidenza segnano, oggi, l’inizio di una nuova era confindustriale. In bocca al lupo ad Enzo per le tante sfide che, di certo, affronterà con la competenza e la determinazione che tutti gli riconosciamo”.