L’aereo con a bordo il fuciliere della Marina, Salvatore Girone, è atterrato all’aeroporto di Ciampino proveniente dall’India. Ad accoglierlo ci sono il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, il ministro della Difesa, Roberta Pinotti e i famigliari del marò. Il rientro in Italia di oggi di Girone viene da un lungo lavoro diplomatico e giuridico che segna un punto a favore del governo italiano in una vicenda lunga e complessa iniziata il 15 febbraio 2012 quando, al largo del Kerala, due pescatori indiani, Valentine e Ajeesh Pink, furono uccisi da colpi d’arma da fuoco. Secondo l’accusa indiana, a sparare furono i due fucilieri italiani dall’Enrica Lexie, un mercantile sul quale i militari erano di scorta. Dopo che il mercantile italiano, su ordine delle autorità indiane, è attraccato nel Kerala, i due militari sono stati arrestati e accusati dell’uccisione dei due cittadini indiani. Ne è scaturita una complessa partita giuridica tra Italia e India su quale sia la giurisdizione – italiana o indiana – da applicare al caso. L’Italia ha deciso di far ricorso al Tribunale arbitrale dell’Aja per dipanare l’intrecciata matassa e la corte ha deciso che, in attesa del giudizio di merito sulla giurisdizione da applicare, il marò potesse tornare in Italia, dove Latorre si trova già in Italia dal 2014 essendogli stato permesso il rientro per motivi di salute. Il 29 aprile la corte arbitrale ha deciso il rientro di Girone e la Corte suprema indiana ha dato il via libera. Il Ministero degli Esteri, in un suo comunicato, ha spiegato che Italia e India, in linea con il pronunciamento arbitrale, hanno cooperato nelle ultime settimane per definire le condizioni e le modalità del rientro e della permanenza nel nostro Paese di Girone. Il ministero degli Esteri, inoltre, ha ribadito l’impegno del governo italiano a conformarsi alle condizioni e modalità stabilite dalla Corte Suprema indiana.
CRONACA
28 maggio 2016
Marò, Girone rientra in Italia dopo 4 anni: l’abbraccio con la famiglia