Donne, bambini e anziani. Ma anche quelli che lavorano. Erano loro gli “intoccabili” del clan D’Alessandro, all’epoca del fondatore della storica cosca stabiese. Secondo un “codice”, che non può essere definito d’onore visto che sempre di criminalità feroce si tratta, davanti alla presenza di queste categorie bisognava fermarsi, rinunciando a commettere delitti che li avrebbero potuti in qualchemodo coinvolgere. Lo h rivelato l’ultimo pentito del clan D’Alessandro, Renato Cavaliere il 43enne killer reo confesso del consigliere comunale Gino Tommasino e di altri delitti di camorra, alla Dda di Napoli. A benedire il suo ingresso nella cosca di Scanzano era stato il fondatore Michele D’Alessandro.
+++L’ARTICOLO COMPLETO SU METROPOLIS OGGI IN EDICOLA+++