SALERNO – Da un lato la Procura, dall’altro l’Azienda Ospedaliera Universitaria Ruggi. In mezzo l’inchiesta sull’assenteismo che ha portato sul registro degli indagati cinquanta dipendenti (tutti raggiunti da avviso di garanzia nei giorni scorsi), altri 32 invece sono al vaglio del pubblico ministero Francesco Rotondo e dei militari della Guardia di Finanza. E mentre sotto il profilo penale i presunti “furbetti del cartellino” hanno venti giorni di tempo per farsi interrogare prima che venga chiesto il processo per tutti (tra le ipotesi accusatorie ci sono la violazione del decreto Brunetta e la truffa), sul versante interno il commissario straordinario Nicola Cantone ripercorre la strada del suo predecessore Vincenzo Viggiani che adottò per i coinvolti della “Just in Time” (otto) il provvedimento di licenziamento senza preavviso dopo che la magistratura ordinaria aveva provveduto a interdire dal lavoro per dodici mesi dieci indagati. E sarà una commissione creata ad hoc a indagare sulle eventuali responsabilità dei 50 indagati (tra cui anche sindacalisti) che per gli uomini della Guardia di Finanza- che si sono avvalsi delle telecamere installate all’interno del nosocomio di via San Leonardo- avrebbero timbrato il cartellino delle presenze sul lavoro ma che si sarebbero trovati altrove anzichè a svolgere le mansioni di competenza. Se saranno appurate responsabilità (i coinvolti per la “Just in Time” furono addirittura licenziati prima della conclusione delle indagini e tuttora ancora senza una richiesta di rinvio a giudizio), anche loro passeranno sotto la mannaia del licenziamento senza preavviso e affronteranno un’inchiesta bis davanti ai giudici della Corte dei Conti per danni alle casse dello Stato e all’immagine dell’ospedale salernitano.
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