Bottiglie vuote, giornali e volantini, cartacce e bicchieri. E persino alcuni sacchi di immondizia ammucchiati per ore sotto il monumento che tutto il mondo ci invidia. È l’istantanea delColosseo scattata nel tardo pomeriggio di domenica 12 giugno, quella che precede il ballottaggio per l’elezione del nuovo sindaco di Roma.
È quel che resta di una giornata affollata da turisti provenienti da tutto il mondo, quando i cancelli sono ormai chiusi, quando i saltafila, le guide abusive e i promoter sono tornati a casa, e percorrendo l’area esterna dell’Anfiteatro Flavio non si incontra neanche l’ombra di un custode, un vigile, un poliziotto, un addetto alle pulizie. Eccezion fatta per qualche venditore abusivo che prova a venderti un bastone per i selfie o qualche sciarpa. E per una camionetta dell’esercito, con i militari che stazionano a presidiare lo spazio antistante l’ingresso principale del Colosseo, lì dove campeggia un cartello con la scritta ‘Work in progress’. Non bastassero le transenne a gettare ombra su uno dei monumenti più fotografati al mondo.
I minuti passano, diventano ore, il sole ormai è calato, ma quei sacchetti sono sempre lì. Nessuno peraltro ne conosce il contenuto. E nessuno, nonostante l’allerta terrorismo nell’anno del Giubileo, sembra preoccuparsene. Tanto che quei sacchi restano lì indisturbati, insieme alle bottiglie vuote, alle cartacce e a un gatto che ci scodinzola intorno.