SALERNO – «Non sono uno spacciatore anche se ho ceduto, gratuitamente, stupefacente agli amici. La mia attività è fare il ristoratore, soldi con la droga non ne ho mai fatti. Mi sento un perseguitato e non appena avrò modo andrò via da Salerno per rifarmi una vita». Luca Avallone risponde per due ore all’interrogatorio del giudice per le indagini preliminari Pietro Indinnimeo che martedì aveva firmato l’ordinanza cautelare per 10 salernitani accusati di aver messo in piedi un florido giro di spaccio tra il Centro storico e la zona orientale fino a ramificarsi a Pontecagnano e San Cipriano Picentino. Assistito dagli avvocati Federico Cioffi e Vincenzo Faiella, Avallone da ieri è agli arresti domiciliari (presso l’abitazione della madre) su disposizione dello stesso giudice che ha accolto l’istanza dei legali. Al magistrato ha ribadito di non fare parte all’associazione per delinquere finalizzata allo spaccio contestata dalla Dda e quindi di non aver mai fatto affari con Matteo Vitale, Nunzio Bottiglieri e Giovanni Greco (tutti agli arresti in casa), specificando di essere un assuntore, di aver regalato qualche volta la droga e di averla anche ceduta (gratuitamente) a degli amici.
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