“Il Rapporto Ambiente Italia presenta una fotografia di questi impatti con dati davvero inquietanti e studi che dimostrano come sia possibile invertire questa situazione attraverso un cambio delle politiche. Sicuramente il caso del Grande progetto interventi di difesa e ripascimento del litorale del Golfo di Salerno non va in questa direzione”. Lo afferma Giancarlo Chiavazzo, responsabile scientifico Legambiente Campania commentando i dati emersi dal rapporto presentato oggi a Roma in cui viene dedicato un focus sul “Grande progetto interventi di difesa e ripascimento del litorale del Golfo di Salerno – Pontecagnano, Battipaglia, Eboli, Capaccio, Agropoli POR FESR 2007-13 Regione Campania”. Legambiente sottolinea infatti che l’opera “prevede la realizzazione di 42 pennelli a “T”, 3 pennelli semplici e 4 sistemi di protezione a celle costituite da strutture combinate pennelli/barriere soffolte, per un impiego complessivo di circa 1.200.000 tonnellate di massi calcarei. Queste strutture di tipo rigido, poste a poca distanza le une dalle altre, dovrebbero contrastare l’erosione costiera proteggendo i sedimenti sabbiosi. Ma quanto lascia più perplessi è che nel suo insieme questa opera trascura un approccio sistemico per risolvere il problema dell’erosione costiera risalendo alle cause, portata solida dei fiumi, antropizzazione della fascia dunare, scomparsa delle dune costiere nonostante un impiego di spesa pari a 70 milioni di euro, prevedendo in maniera indistinta l’artificializzazione di 37 chilometri di litorale”. Il progetto viene criticato anche da Michele Buonomo, presidente di Legambiente Campania, che sottolinea come: “Le attuali politiche di gestione delle aree costiere europee e di altre regioni italiane (a partire per esempio dallo studio Eurosion 2002-2004), sconsigliano l’utilizzo di simili strutture di protezione di tipo rigido sia per il loro rilevante impatto ambientale, sia per la inefficacia dimostrata laddove sono stati realizzati in passato, come sul litorale romagnolo, a Chieti e Pescara e a Paola, oltre che per gli elevati costi di manutenzione. Inoltre il Grande progetto disattende gli indirizzi europei in materia di salvaguardia degli ambienti naturali e di tutela dell’esistente (la direttiva Habitat), visto che il litorale del Golfo di Salerno è anche zona di ovo-deposizione delle tartarughe marine ed è parte della riserva naturale foce Sele Tanagro Monti Eremita Marzano”.
CRONACA
28 giugno 2016
Legambiente boccia il Progetto Salerno per la difesa del Golfo