Che tragitto fece la Fiat 500 L sulla quale l’imprenditore dell’indotto sostenne di essere stato sequestrato sotto la minaccia di una pistola? Chi c’era davanti ai cancelli della Fincantieri quando i dipendenti della sua ditta inscenarono uno sciopero che aveva come motivazione ufficiale i ritardi nei pagamenti, ma che per la Procura serviva solo a fare pressioni per imporre il rinnovo di alcuni contratti? Sono i due “gialli” con i quali si è aperto ieri mattina il processo per l’estorsione dei posti di lavoro in Fincantieri, che si sarebbe consumata all’epoca della costruzione del Gauthier, ai cinque imputati che hanno scelto il rito ordinario: l’ex sindacalista Uilm Antonio Vollono, Catello Schettino, l’ex capo del reparto officina Francesco Amoroso, Catello Scarpato e il fratello Ferdinando. I difensori hanno chiesto ai giudici di acquisire direttamente le prove che loro non sono riusciti ad ottenere rispettivamente dalla Hertz, la compagnia da cui l’imprenditore noleggiò l’auto, e dalla Fincantieri, nonostante le formali richieste degli avvocati.
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