Vittima di un errore giudiziario. O meglio di un errore di calcolo. E quindi di un’ingiusta detenzione avendo già scontato la sua pena per reati di droga. Nonostante questo il pluripregiudicato Antonio Di Maio, condannato a due anni e dieci mesi di reclusione per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, è stato raggiunto da un nuovo ordine di carcerazione che avrebbe allungato ancora di più la propria detenzione agli arresti domiciliari. I conti non tornavano, nonostante un provvedimento del Tribunale di Sorveglianza di Napoli. Un “fine pena” protratto per altri tre mesi secondo i magistrati di Sorveglianza. Alla fine è intervenuta la Procura di Torre Annunziata, ordinando l’immediata scarcerazione del pregiudicato, dopo aver regolarmente espiato la propria pena, frutto di un cumulo di condanne in seguito a diversi arresti per droga.
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