SARNO – «Lacrime? Non ne ho più. E il perdono è una parola che ho dimenticato domenica sera, non la conosco più. Mia figlia è solo una bambina. Ha 14 anni». Una tristezza infinita parlare della propria figlia violentata dal branco, conoscere il suo dramma in un reparto di ginecologia di un ospedale. Si confessa alla “Città” la mamma di quella ragazzina violata: vuole che si comprenda quello che sua figlia e la sua famiglia stanno vivendo. Nessuna filosofia di vita, nessuna analisi sociale. Solo la cruda realtà. Lei è la mamma della 14enne (non 16enne, come era stato detto all’inizio) costretta con la forza a subire violenze sessuali, ripetute per oltre due ore, nel box di un garage di San Valentino Torio. Una violenza commessa da cinque ragazzi ora nel centro di prima accoglienza di Salerno, in attesa della convalida.
Le parole della figlia. Racconta tutto, i particolari appresi nella notte di domenica. Ha voluto sapere tutto, nonostante il compagno e i carabinieri abbiano cercato di farle capire con garbo l’orrore vissuto e subito. «L’hanno trascinata per le braccia nel box, lei si è aggrappata alla maniglia e loro l’hanno costretta a entrare. E poi l’hanno spogliata».
Lei è una donna giovane, quella ragazzina che ha vissuto l’orrore è la prima dei suoi figli: «Mi ha aiutato a crescere gli altri. È una figlia d’oro. Da grande vuole fare la cuoca, una passione che aveva fin dall’asilo. E di lei sono contenti tutti, anche i professori: è stata promossa con buoni voti. Lei sì che è una brava ragazza».