Il primo passo è stato compiuto. Ma l’operazione “Casablanca” potrà essere solo l’antipasto di un’operazione ben più grande. I pm Cantillo e Alfano, infatti, hanno confermato che «sono tutt’ora in svolgimento alcune indagini per scoprire l’identità dei soggetti che hanno fatto arrivare con continuità hashish dal Marocco all’Italia». Un giro enorme. E incredibilmente redditizio. Che aveva trovato il modo per entrare nel Salernitano grazie al del gruppo di marocchini da tempo di stazza nell’Agro Nocerino Sarnese, guidato da Hassan El Ghali. Un leader giovane ma già molto influente. A soli 26 anni, il maghrebino residente a Pagani era riuscito a metter su un sistema che aveva trovato sbocchi e ramificazioni anche a Salerno, contando sulla collaborazione del gruppo guidato da Luca Franceschelli che con continuità ha acquistato fra il 2014 e il 2015 notevoli quantitativi di hashish. Affari resi possibili grazie a Bruno Petrosino e Francesco D’Elia, i trait d’union fra le due associazioni di spacciatori. Ma soprattutto Hassan El Ghali era riuscito a trovare un canale d’approvvigionamento di hashish praticamente senza fine, che toccava Roma prima di approdare nel Salernitano, gestendo il tutto anche mentre si trovava agli arresti domiciliari.
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