Torre del Greco/Ercolano. Con il padrino Luigi Papale detenuto dietro le sbarre della casa circondariale di Ragusa, i parenti del boss si erano disinteressati della gestione degli affari criminali del clan. Così tutti gli interessi malavitosi della cosca – legate, in particolare, allo spaccio di sostanze stupefacenti e alle estorsioni – erano finiti nelle mani delle donne dei “bottoni”, Gelsomina Sepe e le figlie Eleonora Papale e Antonietta Papale. A confermare la tesi delle “signore della camorra” costruita dalla direzione distrettuale antimafia di Napoli durante le indagini a carico dei vertici dei “catanesi” trapiantati all’ombra del Vesuvio è lo stesso Luigi Papale, in un colloquio con la moglie e le eredi avvenuto all’interno del carcere.
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