Il rumore di elicotteri ha svegliato la città all’Alba. Erano da poco passate le 5.30 stamane, quando Scafati ha aperto gli occhi ritrovandosi sotto il naso gli uomini della Direzione investigativa Antimafia. A 10 mesi di distanza dal 18 settembre 2015, giorno del primo blitz della magistratura nella città d’Agro, gli inquirenti sono tornati per cercare di fare chiarezza sull’indagine aperta per accertare i rapporti tra politica e clan. Perquisizioni a raffica, arrivate dopo le dichiarazioni di Alfonso Loreto junior, da qualche mese diventato collaboratore di giustizia. Un’operazione che coincide però anche con l’arresto di Romolo Ridosso, l’ultimo capoclan della cosca che si sarebbe detto pronto a pentirsi. Tanti i nomi eccellenti della società civile e politica interessati dall’attività investigativa di oggi. Su tutti spicca Nello Maurizio Aliberti, imprenditore nel settore medico e fratello del primo cittadino. Gli uomini del capitano Fausto Iannaccone si sono recati nel suo appartamento, in zona San Vincenzo, per un controllo. La sua figura, fino ad ora, era rimasta marginale rispetto alle posizioni del fratello-sindaco Pasquale Aliberti, della cognata-consigliera regionale Monica Paolino, dello staffista e amico Giovanni Cozzolino e della segretaria dell’ente Immacolata Di Saia.
Il suo nome però non sarebbe l’unico a fare scalpore in questa mattinata di inizio luglio. Infatti sarebbero state ispezionate case di alcuni consiglieri comunali e rappresentanti delle società partecipate dal Comune.