Arrivata nel porto di Trapani la nave Aquarius di Sos Mediterranée e Medici senza frontiere con a bordo 209 migranti e le salme di 22 persone, tra cui 21 giovani donne. Erano stati recuperati la sera di mercoledì al largo della Libia, durante il soccorso ad un gommone. “Le persone soccorse in mare e sbarcate a Trapani sono in lacrime”, raccontano i componenti del team di Medici Senza Frontiere, che sta offrendo supporto psicologico ai migranti giunti al porto. Fra i 209 sopravvissuti due donne incinte, 50 minori dei quali 45 senza genitori. Le vittime presentano ustioni dovute al carburante e segni di annegamento. Dai primi racconti sembra che fra i migranti sia scoppiato il panico per la grande quantità di persone stipate nel gommone. In effetti fino ad alcuni mesi fa in un gommone prendevano posto da cento a 150 persone. In questo caso ce n’erano 231. Sul molo ventidue bare. La procura di Trapani ha aperto un fascicolo sulla tragedia del mare, condotta dal sostituto procuratore Andrea Tarondo presente stamane in banchina: la polizia sul posto ha identificato e preso i dati anche dell’equipaggio della nave e del personale delle due Ong.
Su Twitter Medici senza frontiere riferisce delle prime drammatiche testimonianze raccolte del team di supporto. “Molti sono annegati all’interno del gommone in 30 centimetri d’acqua e carburante dopo che a bordo è scoppiato il panico”. David dice: “Persone cercavano di non scivolare nella pozza d’acqua e carburante ma quando si muovevano entrava ancora più acqua. C’erano troppe persone a bordo, l’acqua arrivava al ginocchio. Tra le ragazze sedute al centro è scoppiato il panico, cercavano di alzarsi”.
“Indaghiamo per omicidio volontario”, conferma il sostituto procuratore Andrea Tarondo, perchè chi organizza, anche parzialmente, questi viaggi è consapevole dei rischi a cui si va in contro. Ho monitorato le attività in corso, non va sottovalutato il rischio sanitario e stiamo utilizzando tutte le cautele del caso.” Le indagini, eseguite dal settore Immigrazione della Squadra mobile, mirano ad individuare anche gli scafisti. Nel pomeriggio al via le autopsie al cimitero di Trapani che dureranno per almeno due giorni, mentre i 209 saranno trasferiti all’hotspot di contrada Milo. “Allo stato attuale all’interno della struttura ci sono 280 persone – dice il prefetto Leopoldo Falco – e probabilmente i 209 saranno accolti in dei settori riservati per tutelare eventuali vittime di traumi psicologici. Dopo le autopsie avverranno i trasferimenti nei cimiteri: allo stato attuale sono 35 i posti disponibili nell’intera provincia”. Nella serata di ieri circa cento migranti sono stati trasferiti.
Non è stato l’unico dramma che si è consumato nel Canale di Sicilia. Ieri pomeriggio la nave militare irlandese “James Joyce” ha scoperto altri 17 cadaveri, di 16 uomini e un minore, nella stiva di un barcone: sarebbero morti per asfissia e intossicazione per i fumi prodotti dai motori; in salvo oltre 450 stranieri.
Oggi soccorsi oltre 2000 migranti. Sono circa 2150 i migranti salvati oggi, fino a questo momento, nel Canale di Sicilia. Diciotto le operazioni coordinate dalla Guardia costiera che hanno visto impegnate unità navali della Marina militare, di EunavforMed, Frontex e alcune Ong.