ANGRI – Durano un anno le gravissime accuse contestate al cinquantaquattrenne di origini albanesi residente ad Angri, chiamato a rispondere di violenza sessuale commessa nei confronti della figlia dodicenne: gli episodi sono riferiti, in particolare, al periodo compreso tra il dicembre 2009 e il dicembre 2010. La vicenda viene descritta nel capo d’imputazione, col processo fissato al prossimo ventuno ottobre 2016: l’indagine precedente al rinvio a giudizio ricostruisce il periodo di natale 2009, quando per la prima volta ,«lui le faceva togliere i vestiti», secondo le accuse, «dicendole che l’avrebbe picchiata se non l’avesse fatto e compiva su di lei i predetti atti sessuali con il pretesto che doveva fare la prova, se davevero lei avesse avuto un preteso rapporto sessuale con un suo amico, per poi ripetere comportamenti simili in tutto il periodo successivo.
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