ANGRI – Violenze sessuali con la scusa di “verificare”l’illibatezza di sua figlia, atti di libidine portati avanti con regolarità e orrore, ma anche botte, maltrattamenti e percosse disegnano il personale inferno costruito dal 54enne prossimo imputato, di origini albanesi, atteso dal processo davanti al tribunale di Nocera Inferiore. Con l’accusa di violenza sessuale sulla figlia minore c’è anche la contestazione di maltrattamenti, consumati dal 2004 al 2011, «a partire dall’età di sei anni, picchiandola frequentemente con schiaffi al volto, pugni e calci o sbattendole la testa contro il muro o persino procurandole tagli con un coltello». L’episodio più grave di questa storia di violenza risale al 2011, quando era già saltata fuori la videnda di abusi sessuali, con la piccola presa in carico in una casa famiglia dopo la denuncia per gli atti subiti.
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