Aveva deciso di voltare le spalle alla camorra per difendere il suo amore. Per salvare dalla furia della faida la donna della sua vita. Sembra venuta fuori da un libro più che da un’inchiesta dell’Antimafia la storia di Ignazio Magliulo, il 34enne di Torre del Greco accusato di essere un esattore dei Birra-Iacomino. Siamo nel 2009 e nel Miglio d’Oro si stanno consumando gli ultimi capitoli della faida tra i Birra, appunto, e gli Ascione-Papale, l’altra organizzazione coinvolta nella gestione degli affari illeciti sul territorio. Magliulo ha 27 anni quando il suo destino si incrocia a quello del clan. La sua è un’affiliazione lampo, come ribadito anche dal pentito Ciro Savino, all’epoca uno dei reggenti della cosca. Noto agli ex affiliati come “Ignes”, Magliulo diventa un soldato dei Birra. Il suo ruolo di esattore stipendiato – «lo pagavamo 200 euro a settimana», racconta ancora Savino – dura appena 10 giorni. I perché di quel legame così breve, secondo la ricostruzione dell’Antimafia, sono racchiusi nella lunga serie di telefonate che vedono protagonista Magliulo, la sua fidanzata dell’epoca ed alcuni parenti. Tutto ruota attorno a una “sfortunata” casualità. La compagna di Magliulo abita nei pressi di piazza Pugliano, all’epoca la roccaforte di Natale Dantese, boss del clan Ascione-Papale. Pochi giorni dopo l’affiliazione di Magliulo alla porta della ragazza bussano un gruppo di uomini. «Siamo della società del gas», ripetono battendo i pugni sulla porta. Ma non si tratta di un controllo del contatore. Al campanello ha suonato la camorra. La giovane che parla a Magliulo dall’altra parte del telefono lo sa. «Non ho aperto mi sono impaurita…Ignazio tu ti devi ritirare». Parole che secondo gli inquirenti rappresentano il tentativo della giovane di convincere il fidanzato a tagliare i ponti con la malavita. Un invito al quale Magliulo risponde: «Ora non è facile, stai un poco calma…». Il clan Ascione, come ripete Magliulo in un’altra telefonata, avrebbe preso di mira la famiglia della giovane perché «possono pensare che voi potete fare qualche “specchietto”…», le parole di Magliulo riferite alla possibilità che i familiari della fidanzata avrebbero potuto avvertire i Birra per uccidere i boss rivali. Le minacce, però, si fanno sempre più pressanti: «Quelli sono venuti a portarmi l’imbasciata che…se…esce un’altra volta con te, stesso davanti a lei ti fanno…». Secondo l’interlocutore, dunque, gli uomini degli Ascione avrebbero minacciato di uccidere Magliulo sotto gli occhi della sua fidanzata. Una minaccia che sarebbe arrivata, per gli inquirenti, proprio dal gruppo di Natale Dantese. Troppo per il giovane soldato dei Birra, pronto a scappare al Nord pur di difendere la sua amata. «Ma voi avete visto che scelta avevo pre-so…per lei…perché le voglio bene…ho detto basta…Non sono più buono in mezzo alla via…io voglio stare tranquillo». Magliulo che, secondo i pentiti, si era trasferito nella roccaforte della Cuparella decide così di abbandonare il “convitto” della camorra, traslocando al Nord in cerca di lavoro.
CRONACA
31 luglio 2016
Torre del Greco. Lascia il clan per amore dopo le minacce alla fidanzata