«L’Isis è incredibile (…) Sono IsIsiano finché avrò vita. E se morirò vi esorto a farne parte». Con queste parole Mohamed Kemiri, il tunisino di stanza a San Marcellino (nel Casertano) arrestato dai carabinieri del Ros per traffico di migranti, giurava fedeltà al ‘Califfato’. Agli atti dell’inchiesta centinaia di intercettazioni che hanno catturato l’adesione del 41enne alle ragioni del terrorismo. «Allah è grande! La migliore mattinata della Terra Santa», disse esultando il 21 gennaio dello scorso anno alla notizia che un arabo aveva ucciso a coltellate nove pendolari a Tel Aviv. E analoghe parole di soddisfazione per il sangue versato le usò anche all’indomani dell’assalto al giornale francese di Charlie Hebdo, commentando che «quel giornalista che ha fatto quelle vignette che ledono l’Islam e i musulmani ha avuto ciò che si merita». Il procuratore aggiunto Antonio D’Amato della procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere ha detto di lui: «Era un potenziale attentatore solitario, Kemiri parlava del modo in cui colpire lontano da eventuali telecamere e poi scappare».
CRONACA
6 agosto 2016
Napoli. Il giuramento del terrorista: per sempre dell’Isis