Dieci tifosi interrogati per la bomba carta piazzata, nella notte di sabato, davanti alla casa di Enzo Cesarano, presidente della Scafatese 1922. I carabinieri del Reparto territoriale di Nocera Inferiore, coadiuvati dai colleghi della tenenza cittadina di via Oberdan, lavorano senza sosta dopo l’interrogatorio reso dal patron del club canarino. Non si esclude nessuna pista, ma quella legata al tifo è sicuramente la più calda. L’attenzione si è focalizzata su dieci persone, in passato anche oggetto di alcuni Daspo, molto noti nell’ambiente del tifo gialloblù. Resta da capire, però, il movente. I militari, agli ordini del maggiore Enrico Calandro e del tenente Saverio Cappelluti, vogliono comprendere se l’ordigno artigianale sia stato piazzato per motivi legati al futuro calcistico della società presieduta da Cesarano oppure accertarsi del fatto che la vicenda possa essere legata a motivi extra-sportivi. Chi lo ha fatto comunque sapeva come e quando agire, puntando a intimorire il presidente della squadra di calcio. Nulla emerge per il momento, invece, sugli interrogatori resi dalle dieci persone che, tra sabato e ieri mattina, si sono recate presso la caserma di via Oberdan. Gli inquirenti, per adesso, si stanno limitando a ricostruire i loro movimenti nelle ore antecedenti all’attentato e valutare così gli alibi forniti in sede di deposizione. Tabulati telefonici, profili dei social network e non solo al setaccio dei carabinieri.
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