Oggi se dici “Novellino“ viene in mente un biscotto della Campiello, oppure un vinello senza invecchiamento. Per chi, invece, ha superato da molto i 40 anni, Walter Novellino è stato l’emblema di un calcio che ha unito estetica e tattica. Walter è stato driblomane ma di quelli che sanno dare un senso al gesto spettacolare. Non a caso, nonostante il ruolo e il temperamento, è diventato un ottimo allenatore, unendo, spesso, nelle sue squadre, il risultato e lo spettacolo. E’ nato a Montemarano un paesino di tremila abitanti in provincia di Avellino, terra di fatica e di emigrazione. La sua famiglia parte per il Brasile ed è forse a San Paolo che Walter respira un calcio non contaminato. Tornato in Italia fa, con i fratelli Paolo e Giuseppe, la trafila nelle serie minori, per Walter, impreziosita da una apparizione in serie A col Torino. E’ proprio in granata che il compagno di squadra Giorgio Ferrini conia per lui il soprannome di “Monzon” (come il grandissimo pugile argentino) per la sua grinta e per quel naso schiacciato che lo fa somigliare ad un pugile. La svolta della sua carriera coincide coll’arrivo al Perugia con Ilario Castagner in panchina. Si guadagna il passaggio al Milan dove vince lo scudetto della Stella. Fa coppia in attacco con Stefano Chiodi e Albertino Bigon, dietro un giovane Baresi e in porta Albertosi. Liedholm fa un vero capolavoro non avendo a disposizione nessun vero fuoriclasse. Vince coll’organizzazione la disciplina e Walter farà tesoro di questa esperienza nella sua lunga carriera di allenatore. Vive anche l’onta della retrocessione (quella per il calcio scommesse) e dell’immediata risalita in serie A impreziosita dalla vittoria anche della Mitropa cup (trofeo che i rossoneri non amano tanto conteggiare) Dal Milan all’Ascoli. Poi poco altro. Come allenatore ha ottenute quattro promozioni in Serie A con Venezia (1997-1998), Napoli (1999-2000), Piacenza (2000-2001) e Sampdoria (2002-2003) Soprattutto le promozioni con Venezia e Piacenza sono significative perché ottenute in piazze non abituate a grandi palcoscenici dove, è vero, si lavora con meno pressioni, ma anche con budget molto limitati. A Venezia, in serie A, ebbe in dote, per 6 mesi, anche Recoba che con Maniero contribuì alla insperata salvezza dei lagunari. Il suo modulo base è il 4-4-2 variabile in 4-4-1-1 quando la coppia di attaccanti gioca in verticale. Tante squadre, tanti esoneri e molti subentri: la carriera di Walter sulla panchina è sta una successione di nuovi inizi. Un uomo per tutte le stagioni, per tutte le piazze e le categorie. Un allenatore onesto e mai sopra le righe. Per ben due volte mentre era in panchina gli hanno svaligiato la casa. All’anagrafe è registrato come Alfredo Walter Amato Lenin Novellino.
SPORT
13 agosto 2016
Novellino, dalla spiaggia di Copacabana alla stella con il Milan