L’affare è molto semplice. E porta in tasca alla fine del mese migliaia di euro. Come un un rubinetto la-sciato aperto. Soldi freschi, in contanti. Con gente comune che si riscopre dalla sera alla mattina un vero e proprio imprenditore del turismo che può giocarsela alla pari con le dinastie nate ai tempi del Grand Tour.E’ quello delle strutture extralberghiere, un fenomeno praticamente esploso nell’estate 2016 in tutta la Campania e che permette ai turisti di poter scegliere la meta delle proprie vacanze senza dover fare i conti con prezzi da capogiro che “sparano” gli alberghi di lusso. Magari anche a ridosso del Ferragosto. Si tratta di un circuito virtuoso per-ché chi opta per bed and breakfast, affittacamere e case vacanza, a pranzo e a cena – se non decide di autogestirsi – “deve” uscire e fermarsi nei ristoranti e snack bar. E quindi spende fornendo ossigeno all’indotto. Gli hotel, non a caso, stanno iniziando a limitare le spese per il servizio di cucina che di rimbalzo si riflette sull’occupazione di cuochi e camerieri che rischiano di non essere assunti negli alberghi.Fatevi un giro nelle due regine dell’hospitality, Capri e Sorrento, che possono con-tare su fatturati milionari e un’incredibile qualità nel settore dell’accoglienza che, abbinato al connubio fornito da enogastronomia doc e bellezze naturali, rappresenta l’optimum per fronteggiare la concorrenza delle grandi capitali estere. In ogni angolo del centro vengono fuori come funghi B&b e case vacanze. Li apre chi ha la fortuna di possedere un secondo appartamento di proprietà e vista la mancanza di richieste di fitto – le giovani coppie sono in difficoltà e c’è un calo nel mercato immobiliare – allora decide di virare sul turismo fai-da-te. L’iter è snello: basta rispettare le normative comunali, ottenere anche il via libera dell’Asl e il gioco è fatto. E sui social e non solo a quel punto il mercato diviene una sorta di arena. Perché per battere le offerte degli extralberghieri a questo punto gli hotel decidono di calmierare i prezzi e non vedono incrementare alla fine dell’anno i propri fatturati. Un cane che si morde la coda e che viene seguito con scrupolo anche dalla stessa guardia di finanza. In particolare a Sorrento dove il boom delle strutture para-alberghiere è già stato al centro di numerosi esposti trasmessi alla Procura della Repubblica. Chi se la può godere è il Comune. Di recente la giunta ha deciso di rivedere al rialzo le tariffe dell’imposta di soggiorno. Innanzitutto perché è ormai acclarato che per i prossimi due, tre anni Sorrento riuscirà a porta-re arrivi e presenze a livelli sempre più alti. E poi perché la quota che devono versare gli operatori era fin troppo bassa rispetto alla media di altre località. Si tratta di una manovra che porterà nelle casse dell’ente almeno 4,4 milioni. Spiccio-li rispetto agli incassi degli operatori. Ma che comunque rappresentano una boccata d’ossigeno perché si tratta di fondi vincolati da reimpiegare in marketing territoriale ed eventi.Il problema però c’è. Tant’è che Federalberghi, sia a Capri che a Sorrento, ha invocato attenzione al trend di b&b e case vacanza. Una fetta della torta che è desti-nata a irrobustirsi.
LIFESTYLE
15 agosto 2016
Ferragosto boom a Capri e Sorrento con il fenomeno dei B&B