La definisce «un’amministrazione da record», quella che rappresenta «il riscatto di una generazione che non ha mai governato». Lo dice candidamente: «La vera novità siamo noi». Poi disegna il futuro di Castellammare e traccia un bilancio dei primi 50 giorni al timone di Palazzo Farnese. Antonio Pannullo, per gli amici Toni, avvocato civilista e papà di due bimbi. Nei giorni prima di ferragosto è ancora in sala giunta a partorire gli ultimi provvedimenti con la sua squadra di governo, dall’altro lato del telefono la figlia: “Papà quando vieni?”. “Presto, finisco l’intervista e vi raggiungo”. Finalmente un po’ di relax…«Se penso a quello che abbiamo fatto nei primi 50 giorni…».
Sindaco, c’è qualcosa che la inorgoglisce tra le iniziative realizzate?
«Su tutte la riapertura delle Antiche Terme e l’avvio dei lavori della villa comunale. Vedere dopo 16 anni far rivivere lo stabilimento di piazzale Amendola è qualcosa che mi inorgoglisce. E impensabile vedere ancora una struttura di questa portata con i cancelli chiusi. Abbiamo lavorato sodo e manca davvero poco. Abbiamo ricevuto l’adesione del 95% degli ex lavoratori termali, coloro che hanno deciso di accettare un accordo di solidarietà per far ripartire le Antiche Terme. Ma non finisce qui: a fine agosto iniziamo a lavorare per un bando rivolto ai privati per affidare la gestione. Sarà un affidamento a medio-lungo termine, in cui prevedere investimenti e anche una ricaduta occupazionale. Nel frattempo sperimentiamo in questi tre mesi di apertura».
E la privatizzazione delle Nuove Terme?
«Sarà sicuramente qualcosa di diverso. I due stabilimenti correranno su strade diverse. Attendiamo comunque indicazioni sul piano industriale della Sint da sottoporre al consiglio comunale. Si articolerà in due fasi: una a breve termine per mettere in sicurezza i beni; l’altra a medio termine per individuare una strada, vale a dire se dare in gestione il complesso o vendere l’immobile. Questo lo decideremo assieme ai consiglieri comunali».
Su quali fronti ha lavorato la giunta in questi 50 giorni?
«Con l’assessore all’Ambiente Franco Balestrieri abbiamo rimesso in sesto alcune zone della città, avviando delle bonifiche a Varano, via San Benedetto, nell’isola ecologica. E stiamo studiando come razionalizzare il servizio di igiene urbana. Con l’assessore all’Urbanistica Pino Rubino stiamo seguendo passo dopo passo i cantieri del Piu Europa, senza tralasciare il quotidiano. Ad esempio le scuole, che saranno pronte alla riapertura. Carla Di Maio ha fatto uno screening di tutti i casi legati a situazioni di indigenza e alla disabilità. L’assessore Armeno ha portato a casa finanziamenti con “Scuola viva”, Giuseppe Iozzino sta lavorando all’app per il decoro urbano e alla Smart City. Giulia D’Auria è intervenuta energicamente per risolvere le problematiche cimiteriali».
Ci sono anche problemi come il dissesto finanziario e l’emergenza personale…
«Su questo fronte stiamo lavorando sodo grazie all’impegno del vicesindaco Andrea Di Martino. Stiamo preparando una delibera di giunta, una proposta per la Funzione Pubblica del Ministero dell’Interno per una deroga sulle assunzioni di nuovo personale. Ma stiamo comunque motivando e riorganizzando un po’ tutti i settori della macchina comunale per fronteggiare l’emergenza. Sul dissesto contiamo di uscirne molto prima, anche grazie agli aiuti del governo. Faremo una proposta all’organismo di liquidazione per uscire quanto prima da questa condizione, avendo a disposizione una serie di immobili da poter alienare. Per ridurre i disagi abbiamo dato impulso agli uffici di preparare subito il bilancio di previsione 2017, vogliamo approvarlo entro dicembre, in modo da non impegnare somme in dodicesimi».
Puntate molto sulla Ztl.
«Abbiamo scommesso su una fase sperimentale, vogliamo allargarla di concerto con l’Ascom. Con loro stiamo preparando una serie di iniziative, a partire dal periodo natalizio. Vogliamo un città sempre più funzionale e con meno auto possibili realizzando quel centro commerciale naturale che ci siamo sempre augurati».
Una rivoluzione insomma. Anche dal punto di vista politico. La vecchia nomenclatura della sinistra stabiese e della politica in genere è fuori dal cerchio magico. Toni Pannullo allora è il nuovo rottamatore?
«No, non rottamiamo nessuno. C’è stato un passaggio epocale nella politica stabiese: oggi il governo è nelle mani di una generazione che non ha mai amministrato e che si è fatta trovare pronta e con le mani libere per far ripartire Castellammare. La dimostrazione sta nel fatto che in pochi giorni abbiamo varato una giunta, eletto un presidente del consiglio comunale, nominato l’amministratore della Sint. Il tutto senza scossoni politici. Di questo devo ringrazia-re la mia maggioranza, che ha messo da parte qualsiasi velleità, accettando di far parte di una squadra che vuole solo far risollevare le sorti di Castellammare, facendola ritornare un punto di riferimento nazionale e regionale. Veniamo da anni bui, in cui la politica ha affossato il nome della nostra città».
Chiudiamo con gli obiettivi più difficili da raggiungere. Come immagina la Castellammare del futuro?
«La immagino con un centro antico e con la zona a nord della città da recuperare ad ogni costo. Abbiamo lo strumento della buffer zone che ci ha consegnato il Governo, puntiamo alla riqualificazione di queste due aree, per sovvertire gli anni di immobilismo che hanno reso un deserto industriale la zona a nord».