Un’altra Italia-Brasile, qualche decennio dopo quella che fece da spartiacque nella storia dei rapporti tra due popoli. C’e’ un prima e un dopo Paolo Rossi, infatti, nel calendario di due paesi che si attraggono ma nel calcio sono fratelli-coltelli. Nel ‘dopo’ alle Olimpiadi carioca, sorprendentemente, dopo la sfida di ‘assaggio’ all’inizio del torneo di pallanuoto femminile, c’e’ la finale nel beach volley. Uno sport che in Brasile e’ quasi al livello del futebol nel cuore della torcida: e infatti c’e’ gia’ il tutto esaurito nell’arena sulla spiaggia di Copacabana, quasi fosse davvero una rivincita del Sarria’. Il tifo, sempre piuttosto caldo a Copacabana, ovviamente sara’ tutto per quei due ‘beacher’ di casa che, ironia della sorte, si portano dietro anche un pezzo d’Italia. Uno, gigante di 2.02, si chiama Alison Conte Cerutti, e le sue origini sono chiare, l’altro e’ Bruno Oscar Schmidt e suo zio e’ quell’Oscar che fece innamorare gli appassionati di basket di Caserta e poi Pavia. Al Setterosa la scorsa settimana e’ andata bene (9-3, con tripletta azzurra stavolta non firmata Rossi ma Bianconi): ora il compito italiano appare meno facile, ma anche nel 1982 la Selecao di Tele’ Santana sembrava imbattibile, considerata il miglior Brasile di sempre dopo quello di Messico ’70. Invece spunto’ fuori quel ragazzo col numero 20, adesso modello per Lupo e Nicolai che vogliono il gradino piu’ alto del podio. In queste ore saltera’ presumibilmente la pax olimpica che era scattata nell’ultimo periodo tra brasiliani e italiani, con tanti segnali di ritrovato amore: riprenderanno fiato i tassisti inconsolabili per il mundial ’82 (“Il dolore piu’ forte della mia adolescenza – raccontava qualche giorno fa uno di loro a dei giornalisti romani – me lo ha dato proprio l’Italia, con quel diavolo di Paolorossi”). Ma sara’ una parentesi conflittuale in un periodo di grande intesa: il grosso della gente brasiliana invece “gosta muito”, ama davvero, l’azzurro. In tutte le sue declinazioni: dal banale pin promozionale del Coni al top del desiderio, ovvero i capi delle divise olimpiche italiane griffate Armani. Rio 2016 ha davvero rinvigorito i tanti legami tra i due paesi, che partono dalle generazioni di emigrati che qui hanno trovato una nuova vita ma mai dimenticato le origini. E poi: Marcello Mastroianni e Sonia Braga, Vinicius de Moraes e Toquinho, ma anche Ornella Vanoni. Fiorella Mannoia che canta Chico Buarque, Paulo Roberto Falco ottavo re di Roma. Italia e Brasile e’ un feeling che sa tanto di saudade, quella particolare malinconia che si prova quando si e’ stati molto felici ma nell’allegria s’insinua un retrogusto amaro. Un po’ come nel beach volley, sport che si svolge in un contesto festaiolo, musica ballerine a bordo campo e tanta felicidade. Poi la gara finisce e magari c’e’ un Paolorossi su sabbia…
SPORT
18 agosto 2016
OLIMPIADI. Lupo-Nicolai e quel Brasile-Italia che sa tanto di Mundial