Lavori in corso d’opera, alla Salernitana. Lista degli “over” ancora incompleta e bloccata, per il momento, a 16 calciatori. Quello della difesa il reparto più sguarnito. Con Schiavi e Bernardini probabili centrali, come lo sono Vitale e Laverone sugli esterni, l’asse arretrato è al momento completato soltanto da Tuia e Mantovani.
L’organico come undici di base appare, con il fresco arrivo di Rosina, delineato ed in grado di dire la sua nell’arco del campionato. Sannino con l’ex Catania in campo, nel ruolo di rifinitore o mezza punta, sembra obbligato a schierare in avanti la coppia Coda-Donnarumma. Tanta roba veramente per la categoria. Lo avesse compreso per tempo Torrente, lo scorso anno, il campionato della Salernitana sarebbe stato, certamente, meno sofferto. Joao Silva può fungere da rincalzo a uno dei due. Tutta da definire la collocazione di Improta e Caccavallo, che agiscono prevalentemente sulle zone laterali ed il cui utilizzo porterebbe il tecnico granata a mutare il suo credo tattico.
In un centrocampo a tre, attorno a Busellato, attualmente unico metronomo di ruolo dei granata, possono avvicendarsi Moro, Odjer e Zito. Le possibilità che sia mandato in campo Grillo sono scarse.
Globalmente i giocatori a disposizione di Sannino sono a oggi soltanto 21, inclusi gli under ed i calciatori bandiera. Pochini per un campionato tanto lungo e complesso come la serie B. Logico che Fabiani, nei pochi giorni di “mercato” che sono rimasti, ovvierà alle necessità che il caso richiede. In questo senso dovrà più che probabilmente attendere anche gli input, dall’alto, di Claudio Lotito. Da Formello potrebbe giungere qualche pedina bisognosa di una vetrina importante e qualche giovane, di belle speranze, messo a fare esperienza in riva al Tirreno.
Di certo, la rosa attuale appare sguarnita di un paio di elementi di spessore e di categoria, mentre a livello numerico e qualitativo è carente di giocatori under. L’unico sotto età, in questa squadra, in grado di esprimersi con un rendimento continuo ed apprezzabile appare Odjer.
Il lento incedere che sta caratterizzando le operazioni estive di Angelo Fabiani hanno in qualche modo frenato le aspettative dei tifosi salernitani. Ne soffre la campagna abbonamenti. Il tira e molla dell’operazione che ha condotto Rosina in granata ha innescato una serie di dubbi. Comprensibile che tra i supporters dal palato più esigente serpeggi qualche dubbio sul rendimento che può offrire un calciatore che è sì di grande qualità, ma che nel dopo Siena si è avvicendato in alti e bassi che ne hanno messo in dubbio la continuità. Una valutazione obiettiva va comunque fatta. Rosina nonostante una carriera lunghissima ed uno score di circa 400 partite tra i professionisti, in Italia ed all’estero, ha soltanto 32 primavere. Lo scorso anno a Bari con 42 presenze ha messo a segno nove reti alcune della quali decisive per il risultato. Più sarà sorretto nel periodo iniziale più potrà risultare determinante nel corso della stagione.
A margine di tutte le discussioni di natura tecnica che maggiormente attraggono l’appassionata tifoseria granata, va fatta una considerazione attinente la vita del club. Imprescindibile. Relativa alle aspettative, alle ambizioni sportive ed al piano industriale che le sorregge. Claudio Lotito non ha mai nascosto il suo “amore” per la Lazio. A suo tempo fece un miracolo per salvarla dal fallimento. La Salernitana, come altre società nelle quali partecipa più o meno direttamente, rimane una succursale dichiarata. Una filiale periferica alla quale il buon Claudio garantisce, a diversità di altri del passato, continuità e solidità economica. Dove, se possibile, far maturare qualche buon giovane da imporre, successivamente, in palcoscenici più importanti. Impossibile quindi immaginare, a meno di stravolgimenti dei programmi, investimenti finanziari di natura rilevante per puntare direttamente alla vittoria del campionato. Non una preclusione alla serie A, certamente, ma con le dovute riserve ed accortezze di gestione. Crotone insegna, del resto, ed anche lì, non mi sbaglio, c’era lo zampino del “magno” Claudio.
Questo non vuol dire rassegnarsi, ma prendere coscienza della realtà. In attesa che Lotito decida magari di uscirsene. Ipotesi che al momento ed in attesa dell’esito del voto per l’elezione del presidente federale, appare alquanto remota. Un segnale concreto in questo senso? Il recente insediamento di Marco Mezzaroma, voluto dal “magno” Claudio, nel direttivo della Lega di serie B.