Aprendo il forziere, Aurelio De Laurentiis scopre che oltre ai soldi arrivati da Torino in rigorosa tinta bianco e nera, c’è anche un attaccante che può cancellargli la saudade. Si chiama Arkadiusz Milik protagonista di una doppietta bella e anche un po’ fortunosa, che per correttezza di linguaggio va definita da opportunista
Per le statistiche alla fine non sarà così, ma dopo due giornate il campionato i numeri dicono che il Napoli non deve rimpiangere Higuain. L’attacco azzurro funziona benissimo, due reti a Pescara, quattro al Milan in casa. Doppietta di Mertens all’Adriatico, doppiette di Arkadiusz Milik e di Callejon al San Paolo. Il grande protagonista del debutto interno in campionato del Napoli è l’attaccante polacco, la classica prima punta che gli amanti del “falso nueve” aveva un po’ abolito, a partire da quel Luis Enrique che con il Barcellona ha stupito con Suarez un po’ più arretrato. Ma Sarri non è un profeta, ma un allenatore pragmatico e allora Milik si muove da prima punta, senza strafare, ma sta sempre lì, a fare da “puntero”, a prendere tutti i palloni che arrivano, a cominciare da quelli alti che lancia Albiol e sui quali il polacco deve fare sponda per agevolare gli inserimenti, dopo lo scarico che solitamente avviene su Hamsik e Allan, di Mertens e Callejon che si infilano a loro piacimento. Ma quando il Napoli ha il pallone, Milik gioca attaccato ai difensori e dopo i primi minuti di imbarazzo è lui a prendere le misure a Romagnoli e ad anticiparlo sistematicamente. I gol danno fiducia al polacco e danno fiducia anche ai tifosi, tra malumori per il caro biglietti e l’incertezza di cercare un attaccante che possa far dimenticare Higuain. Una rondine non fa primavera, due gol al Milan non cancellano il record dell’argentino, però fanno morale e danno fiducia, anche allo stesso Sarri. Al primo gol fortunoso (ma la fortuna è una caratteristica fondamentale per gli attaccanti), Milik ha replicato con una rete da bomber vero, svettando tra due avversari, anticipando Kucka che era convinto di arrivare su quel pallone, e mettendo in rete con potenza e precisione. Sì, il Napoli ha il suo bomber, che alla prima partita in cui Sarri gli ha dato fiducia e gli ha consentito di partire titolare non ha fallito. Certo, giocare con Callejon e con uno straordinario Mertens accanto rende tutto più agevole, ma i gol o si hanno nel sangue oppure non si segnano. Milik ha dimostrato di avere i numeri per diventare l’attaccante rivelazione del campionato, anche con un secondo tempo da rivedere. Senza pressinoe, ma soprattutto senza paragoni. Poi alla fine si faranno i conti, che alla seconda giornata già risultano sorprendenti, ma valgono solo per il morale.