I tam-tam sul caso Paganese hanno iniziato a invadere il web dal primo pomeriggio. Prima ancora che il Tar del Lazio pubblicasse ufficialmente le decisioni scaturite in Camera di Consiglio. I Campani sono stati estromessi dal mappamondo del calcio. Il verdetto non giunge inaspettato. Negli ultimi giorni, dai piani alti di via Allegri, gli spifferi erano tutti contrari alla Società campana. Segno evidente che il collegio dei difensori della Federcalcio era oltremodo determinato e certo, del fatto suo, sull’esito della discussione.
Una decisione che penalizza tutto un territorio. Vengono polverizzati tutti i sacrifici, anche di natura economica, sostenuti da Raffaele Trapani e dai suoi soci, in tanti anni di calcio professionistico. Un verdetto che, per assurdo, non tutela neppure gli interessi dello Stato il quale, con un colpo si spugna, vede cancellati tutti i crediti che vantava nei confronti degli azzurrostellati e che non sarà più in grado di recuperare.
Il Consiglio federale convocato per domani 31 agosto fisserà le norme in base alle quali verrà scelta la 60esima compagine che parteciperà al campionato di Lega Pro nel girone C. I soliti “venti” forti, di estrazione romana, soffiano da diversi giorni in favore del Monza. Una scelta gradita anche all’amministratore delegato del Milan, Adriano Galliani, che della squadra brianzola è stato anche vice presidente, prima di insediarsi ai vertici del club rossonero. Il Monza è “sponsorizzato” anche da Lotito e Tavecchio. Il ritorno del Monza tra i professionisti rappresenterebbe un alleato in più in sede di campagna elettorale alla presidenza della Figc.
Non è però ancora pronunciata l’ultima parola perché dalla Puglia (Nardò), e non solo, si sarebbero dichiarati disponibili altri club, pronti a far fronte, sul tavolo dei ripescaggi, a tutte le incombenze, economiche e strutturali, previste dai regolamenti. Il Nardò, nella apposita graduatoria stilata dalla Lega Nazionale Dilettanti, vantava un’ottima posizione. Addirittura in vantaggio anche sulla Vibonese (già ripescata). Il Monza, invece, non compariva da nessuna parte.
Volendo oggi spaziare a 360 gradi nel mondo del pallone di argomenti esilaranti ce ne sono a iosa.
La vicenda che vede il Pisa sballottato a destra ed a manca ha dell’inverosimile. Vendo io, no tu no. Sta sollevando l’ilarità generale, non solo in Toscana. Ne stanno uscendo tutti con le ossa rotte. Qualunque sarà la soluzione della vicenda si sono assunti gli aspetti di una novella boccaccesca. Mancano soltanto le damigelle, in abiti succinti, che ballano intorno al denaro. Tra dispettucci personali di bassa lega ed interessi economici privati si è più volte andati oltre il ridicolo. Petroni balla leggiadro tra una contestazione e l’altra. Indifferente. Con indisponenza. Ha perfettamente compreso che a Pisa non potrà mai più mettere piede per tutta la vita. Tutela il suo “patrimonio” freddamente. Che voglia essere liquidato in toto per contanti?
Nel calcio della tecnologia assume i contorni del grottesco anche la sconfitta a tavolino che il Giudice Sportivo ha inflitto al Sassuolo. Dignità professionale suggerirebbe che l’intero staff sportivo dei neroverdi dovrebbe rassegnare le proprie dimissioni. Dai tanti direttori di settore ai responsabili della segretaria sportiva. Un episodio da vergogna. Il tutto prima ancora che l’ex numero uno di Confindustria intenda metterci le mani. Le scusanti addotte dai responsabili aggravano la loro situazione. Non ho mai visto una pec “smarrirsi” nei meandri della rete internet.
Da una quisquiglia, che poi tanto trascurabile non è, traspare quanto andiamo asserendo da tempo. Lavorano sempre gli stessi. I raccomandati. Gli sponsorizzati. Con un distinguo. In seria A ed in B, non portano lo zainetto, sono semplicemente sospinti da poteri forti. Accade la stessa cosa in politica. Si debbono rinnovare le cariche?
Non serve cercare i migliori, si cambiano semplicemente le poltrone!