Undici i preti, come i componenti la formazione della sua squadra di calcio del cuore che nonostante le preghiere difficilmente rivelerà diviso o meno tra Salernitana e Lazio e chissà cosa d’altro, con cui giovedì sera all’Arbostella il patron Claudio Lotito si confesserà in pubblico rispondendo ad ogni tipo di domande. Anche quelle più scabrose, in materia di sport e non solo. Convinto, come caratteristica del personaggio, di non finire in fuori gioco. Anzi di fornire assist, vincenti, per aumentare il tasso di passione non perseguibile dei salernitani verso i colori della Salernitana. Fischio di inizio alle ore ventuno. Ma in primo piano, oggetto del confronto, oltre ai valori dello sport anche quelli della fede. Perché Lotito contemporaneamente a quello per il calcio spiegherà il suo rapporto con la religione nella quotidianità di una vita comunque condotta a ritmi elevati nel corso della quale la spiritualità interiore spesso, lui, non ha il tempo di mostrare alla stragrande maggioranza delle persone che lo frequentano. Un faccia a faccia, non uno contro undici ma il presidente alla pari con i sacerdoti, che Claudio Lotito ha inteso accettare senza remore.
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