«Subito la messa in sicurezza dei Quartieri Spagnoli: a rischio migliaia di edifici». A lanciare l’allarme è Francesco Mazzarella, ex presidente dell’Associazione Nazionale delle Imprese Edili della Confapi e prossimo alla nomina di senatore dell’Ordine degli Ingegneri, che si è già occupato nel post terremoto del 1980 di ben 350 fabbricati del centro storico di Napoli. Alla luce dei fatti di Amatrice, memore delle sue esperienze da esperto di messa in sicurezza dell’edilizia, Mazzarella commenta così i fatti del centro Italia: «In quei giorni terribili ho visionato direttamente oltre 2500 fabbricati del centro storico di Napoli: Quartieri Spagnoli, Sanità, corso Vittorio Emanuele, via Salvator Rosa. Sono rimasto sbalordito trovando fabbricati che non avevano nessun motivo statico per stare in piedi, tale era il degrado e carente la tecnica costruttiva con cui erano stati eseguiti con malte povere di calce e per di più completamente vaporizzate. Cioè al posto delle malte vi era solo polvere e le pietre di tufo in effetti risultavano una poggiata sull’altra senza nessuna possibilità di resistere al minimo terremoto». Ma il vero rischio è ai Quartieri Spagnoli: «Anni fa feci una relazione al provveditore ai Lavori pubblici e al Commissario Straordinario di Governo facendo presente che un terremoto del sesto grado con epicentro a Napoli avrebbe raso al suolo tutti i Quartieri Spagnoli. Dopo un esame approfondito fu redatto un piano per iniziare le demolizioni di ben 47 fabbricati che risultavano prossimi al crollo. L’ordine fu annullato dal l’allora sindaco Valenzi – per motivi politici e di ordine pubblico all’ultimo minuto. Nulla è stato fatto dopo quei giorni e molti di quei fabbricati sono pericolanti tuttora».
Oggi su Metropolis