Su internet effettuando una piccola indagine attraverso il motore di ricerca google si trova “Hotel Casa Betania, via Luigi Settembrini, civici 41-49” e di seguito c’è indicato un numero telefonico fisso al quale chiamare. Ma, sorpresa delle sorprese, componendo quel numero, dall’altra parte della cornetta un messaggio registrato avverte che “non è attivo”. Eccolo il B&b “fantasma” di via Luigi Settembrini, quello che qualcuno ha occupato facendolo diventare una struttura alberghiera per malcapitati turisti a cui spillare quattrini. Ma fatto ancor più grave è che quel palazzo di quattro piani che ha sede al civico 42 è un ex albergo di proprietà della Curia di Napoli. Fu lì che nel 2001, dopo l’alluvione che danneggiò case e negozi, furono sistemati alcuni dei 120 nuclei familiari rimasti senza un tetto e per i quali il Comune ha continuato a sborsare fondi per le utenze pagando il proprietario, alias l’Arcidiocesi di largo Donnaregina. La cosa bizzarra però è che dal 2004 quei finanziamenti sono stati sospesi, la gran parte degli sfollati sono tornati nelle loro case e la struttura è stata occupata da abusivi che gestiscono un bed and breakfast illegale. Il costo di una camera, dove in origine c’erano le celle delle suore, arriva fino a 400 euro per un soggiorno di breve durata e gli ospiti vengono “agganciati” su internet o col passaparola. Tanto che è facile abbordare i malcapitati direttamente per strada, con tanto di valigie, per essere prelevati e accompagnati nell’hotel. Ma come è possibile che tutto ciò avvenga sotto gli occhi dei proprietari? A chiederselo è Armando Simeone, portavoce del Comitato Lenzuola Bianche di Forcella: «Sarebbe una triste e incresciosa notizia se fosse vero. E pensare che fu uno dei miei primi importanti interventi in qualità di consigliere di Circoscrizione, proprio in via Settembrini, dove dopo una prima occupazione sistemammo insieme a Maria Rosaria Guidi, dirigente comunale, gli sfollati dell’alluvione del 2001. Mi sorprende che allora ci fu una resistenza da parte della Curia e non capisco chi e come abbia potuto oggi fare questo nel silenzio totale di chi dovrebeb tutelare quel bene.
Oggi la Curia si “distrae” oppure conosce quel sistema?
Perché la Chiesa di Napoli dopo aver incassato centinaia di migliaia di euro con il business degli sfollati adesso permette un’occupazione e una gestione absuiva all’interno di un immobile di sua proprietà e non soddisfa piuttosto il bisogno di tante giovani coppie in cerca di alloggio a prezzo sociale? Pare che Papa Francesco dica così. Invece il cardinale continua a tacere su un bed and breakfast abusivo in un suo bene». Intanto da largo Donnaregina cadono dalle nuvole e ammettono: «Non ne sappiamo nulla. Bisognerebbe chiedere in amministrazione. Ma non c’erano gli alluvionati di via Settembrini?». Una storia quest’ultima, che si è interrotta un bel po’ di anni fa, quando il Comune di Napoli ha sospeso i finanziamenti per le famiglie sfrattate e ospitate a Casa Betania.
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