Sulla targa c’è scritto che risalgono al I-II secolo dopo Cristo, ma nessuno sembra prenderne atto in via Galimberti a Scampìa. Tanto che la bonifica e la cura che vi hanno dedicato i volontari dell’associazione Ripuliamo Napoli tre anni fa ha dato i suoi frutti, ma solo per poco. Perché i soliti incivili di turno hanno trasformato in discarica i resti di una villa rustica di età romana a cui nessuno fa caso più ormai. Al punto che dentro c’è finanche l’amianto che qualcuno ha abbandonato tra le erbacce e i rifiuti. A documentare lo scempio – due giorni fa – è stato Alfredo Di Domenico, alias Bukaman, sempre pronto a denunciare l’abbandono e l’incuria di luoghi di interesse storico-artistico della città. Stavolta è toccato ai reperti archeologici di Scampìa finire sotto i riflettori per lo stato di degrado in cui versano. Come spiega Vincenzo Martelli, dell’associazione Volontari per Napoli: «Questo potrebbe essere il vero oro di Scampìa. Una risorsa per il turismo e lo sviluppo del territorio. Noi abbiamo tentato di recuperare i resti circa tre anni fa, ripulendoli dalle sterpaglie e dai rifiuti. Fino ad oggi abbiamo addirittura potato la vegetazione perché i giardinieri della Municipalità, di cui è la competenza, non lo fanno. Nè curano la manutenzione. Quello che abbiamo ottenuto sono quattro fari per l’illuminazione serale e una targa con la dicitura del periodo storico. Ma nei nostri locali abbiamo ancora quattro pannelli con la storia e la planimetria del sito che potrebbero essere esposti per i visitatori». In realtà gli abitanti della zona non erano nemmeno a conoscenza dell’esistenza di quei ruderi, venuti alla luce nel 1980, quando erano in costruzione le Vele. «Nessuno sapeva cosa fossero nè conosceva il valore di quel bene culturale – rimarca Martelli – tanto che la gente del posto quando ci ha visto all’opera nella pulizia del Giardino di Melissa che era diventato una discarica, ci chiedeva di rimovere anche quelle grosse pietre, senza pensare che fossero un patrimonio». Ora i resti della villa romana, che secondo le fonti, era utilizzata da una famiglia nobiliare come residenza per la villeggiatura, sono circondati da erbacce e rifiuti. Da qui l’appello alla Municipalità dell’associazione: «Speriamo che il nuovo presidente se ne interessi».
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