n mandato d’arresto e’ stato emesso dalla Procura antiterrorismo di Venezia, sulla base delle conclusioni dei Ros di Padova, nei confronti di Meriem Rehally, la studentessa 20enne di Arzegrande di origini marocchine sparita da casa il 14 luglio 2015 per unirsi all’Isis. Il sospetto degli investigatori, come riporta il Corriere della Sera, e’ che ora possa far parte della brigata “Al Khansa”, composta esclusivamente da combattenti donne, soprattutto di origini europee e russe, addestrate all’uso delle armi e degli esplosivi. Il Procuratore antiterrorismo di Venezia, Adelchi d’Ippolito, conferma all’ANSA che il mandato e’ stato emesso “da alcuni mesi”, in base alla nuova legge che prevede l’arresto per il reclutato oltre che per il reclutatore. A preoccupare e’ soprattutto la sua disponibilita’ al martirio, piu’ volte espressa nei contatti con le amiche. In uno dei suoi temi, riporta il Corriere della Sera, Meriem diceva di voler crescere i figli secondo l’Islam, per “renderli pronti per il loro ruolo nella lotta”. A un’amica aveva inviato la foto di una decapitazione: “Non puoi immaginare quanto ho goduto, non vedo l’ora di piegare uno e togliergli la testa“. Secondo quanto ricostruito, dopo la sua sparizione avrebbe raggiunto Raqqa, all’epoca saldamente nelle mani dei miliziani. “Voglio andarci – aveva spiegato – per dare la vita per la causa”. Un impegno ribadito anche il giorno prima di sparire via twitter. “Dio, ho promesso il mio pegno di fedelta’ e lo rinnovo per il principe dei fedeli, il mio Cheick Abu al-Baghdadi”. Non puo’ neppure essere esclusa l’ipotesi, secondo gli investigatori, che la ragazza sia disponibile a compiere azioni kamikaze anche in Italia. “Non ci fermeremo – viene scritto in un documento ritrovato nel suo computer – fino alla conquista di Roma
CRONACA
3 settembre 2016
“Non vedo l’ora di tagliare teste…”. La minaccia della jihadista italiana