Le beghe politiche frenano l’Acse sul pagamento degli avvocati che hanno difeso gli indagati, poi tutti archiviati, nel primo filone dell’inchiesta Overline. In particolare la vicenda si sta soffermando sul ruolo di Marco Cucurachi, consigliere comunale del Pd e avvocato che in sede giudiziaria ha rappresentato, insieme al collega Paride Annunziata, l’ingegnere Antonio Sicignano, dipendente della società partecipata del Comune. Un tira e molla che va avanti da mesi e che, nonostante la disponibilità a non gravare sulle casse dell’azienda in house, si è frenata su posizioni politiche ben definite. Da tempi non sospetti, infatti, il sindaco Pasquale Aliberti aveva contestato la posizione di Cucurachi parlando di «professionisti che lo difendevano nelle aule di giustizia ma lo attaccavano dai palchi». Dal canto suo, invece, l’esponente dem ha sempre cercato di tenere un profilo basso sulla vicenda, sperando in una risoluzione che non sfociasse nei soliti contrasti. Ma la trattativa, per ora, pare aver raggiunto una fase di stallo dopo la richiesta del direttore generale dell’Acse, l’ingegnere Salvatore De Vivo, di richiedere le singole voci di spesa che compongono la parcella della coppia di professionisti prima di procedere alla liquidazione del rimborso spese al dipendente coinvolto nell’inchiesta che, il 18 settembre scorso, ha visto un’accelerazione con l’avvio del secondo filone. Un temporeggiamento frutto anche della richiesta dello stesso sindaco Aliberti che, il primo febbraio scorso, inviò una lettera all’Acse rilevando «l’assoluta inopportunità di procedere ad accantonamenti di somme prima di aver verificato la rimborsabilità di tali spese a carico dell’azienda, invitando inoltre a procedere a eventuali futuri rimborsi solo per previa verifica della titolarità a percepirli». Parole quelle del primo cittadino riportate nell’ultimo verbale del Cda della società tenutosi nei giorni e presieduto dal neo-presidente Gaspare Mascolo. Una comunicazione sindacale che ora Cucurachi ha chiesto ufficialmente, in una missiva del 29 agosto scorso, al Consiglio d’Amministrazione dell’Acse e al suo assistito, riservandosi l’opportunità di agire in sede legali per ciò che definisce «atteggiamenti vessatori e velate intimidazioni».
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