Pistole semiautomatiche dismesse dalle forze armate e destinate alle fonderie, fucili mitragliatori, armi a canna liscia. L’organizzazione sgominata con l’operazione “Mosaf” riusciva ad impossessarsi del materiale destinato alla rottamazione e – grazie all’impiego di tecnici specializzati – a rigenerarlo per poi rivenderlo come funzionante. Le indagini si sono sviluppate nelle province di Malaga, Almeria, Murcia e Alicante; in una delle «basi» perquisite nella provincia di Alicante, i membri dell’organizzazione avevano scavato nel seminterrato di una casa un rifugio utilizzato per coltivare al chiuso al marijuana. Gli investigatori hanno accertato che le sostanze stupefacenti venivano esportate attraverso il trasporto di frutta e verdura, metodi che erano stati supportati con una documentazione falsificata. Le indagini da parte degli specialisti della Guardia Civil spagnola proseguono per ricostruire i flussi di denaro e individuare le rotte utilizzate dall’organizzazione spagnola-lituana per consegnare i carichi di armi e sostanze stupefacenti in Italia. Gli 007 del Mossos d’Esquadra sono al lavoro per rintracciare e monitorare gli uomini di riferimento dei clan napoletani con i quali i membri della holding smantellata erano in affari.
CRONACA
6 settembre 2016
Napoli. Armi rottamate, gli acquisti dei boss in Spagna