Veleni sulle accuse infamanti mosse sui social network nei confronti di un dipendente comunale. Un “fake”, così si chiama in gergo il falso profilo intestato a un’altra dipendente comunale che lancia accuse infamanti nei confronti del collega. Ma in realtà non è lei. E’ soltanto un pirata informatico che ha rubato l’identità della donna per lanciare accuse gratuite. E’ così scattata una doppia denuncia alla polizia postale. Quella del dipendente diffamato e quella dell’impiegata a cui è stata rubata l’identità. Accuse che stanno facendo il giro del web e che stanno alimentando non poche polemiche in città.«Dopo anni di speranze e illusioni, ti confesso che mi hai delusa e rovinata. Adesso non riuscirai a tenermi più lontana. Attualmente dopo tanto amore che solo io ho provato per te, posso dire che sei un verme. Ho saputo che hai perseguitato altre donne, utilizzando la stessa tattica, solo per trarne vantaggio».Poi ancora: «Mi dispiace per le altre tue povere vittime. Per quelle che ti hanno creduto e per tutte le donne che continui a perseguitare. Mi hai tolto soldi che in fondo sono l’unica cosa a cui pensi. Non ho parole per definirti. Non ho capito poi tua moglie. Come donna mi sento tradita, umiliata e violentata. Adesso voglio solo che altre donne non subiscano quello che è toccato a me, che ho commesso un unico peccato: crederti». Accuse che, almeno per ora, sembrano frutto della fantasia di qualcuno, o meglio di qualcuna, la cui vera identità potrebbe presto venire fuori in seguito alle indagini delle forze dell’ordine.
CRONACA
6 settembre 2016
Pompei, bufera al Comune. La collega: “Mi hai tradita e violentata”. In realtà non è lei