Riuscì a mettere in atto un piano diabolico ma fu arrestato e l’incubo per la sua vittima sembrava finito. Kevin Edwing rapirò e torturò per 11 giorni la moglie. La donna subì violenze assurde: chiusa in un aramadio, picchiata con una pistola, strangolata, bruciata con tizzoni ardenti. Tierne riuscì a sopravvivere e lo fece arrestare. L’uomo, però, è riuscito a uscire su cauzione dopo essere stato arrestato lo scorso 8 luglio. Il 31 agosto era libero e quello stesso giorno Tierne è stata trovata morta in un fienile dopo che il marito le ha sparato prima di togliersi a sua volta la vita. La donna aveva detto agli agenti di avere paura di morire e di temere il marito, come riporta anche il Daily Mail, ma le sue richieste non furono ascoltate. Il Procuratore Generale di Washington, Eugene Vittone, ha parlato di morte annunciata e ha accusato il comportamento della polizia locale di leggerezza, dando avvio ad un’indagine interna per fare luce sull’accaduto. Era stato disposto che qualche giorno dopo il rilascio l’uomo avrebbe dovuto indossare un braccialetto per gli arresti domiciliari, ma lui ha ucciso prima ancora che la giustizia potesse proteggere la vittima della sua follia.
CRONACA
10 settembre 2016
Rapì e torturò la moglie. Rilasciato su cauzione, la uccide