Un vero inferno l’attuale campionato di serie D per le campane. Suddivise nei due gironi meridionali. Una parte opposte alle squadre romane e l’altra costretta, per giocare, ad arrivare sino in Sicilia. La quarta serie italiana è la categoria più difficile e complessa. Per regolamenti assurdi che riguardano l’utilizzo obbligatorio degli “under” e per le difficoltà, ormai conclamate di un campionato che si vive in due frazioni. Un progetto riservato alla fase di avvio che lascia sempre coltivare ambizioni, alle volte smodate, di primato, ed uno, completamente diverso, per il periodo che va da dicembre alla fine della stagione. Quello della resa dei conti.
Squadre che, a seconda dei risultati ottenuti nella prima fase della stagione, vengono confermate o stravolte. Accordi economici che vengono risolti nel volgere di poche ore. Contratti di “rimborso spese” che mai contemplano il valore reale dei compensi corrisposti ai calciatori più esperti. La serie D, concepita con i regolamenti attuali, rischia di creare soltanto una “compagnia” di disoccupati.
Composta sovente da giovani sprovvisti di carattere e qualità tecniche adeguate, in alcuni casi anche aiutati da “sponsorizzazioni” sostanziose, che vanno in campo soltanto perché le norme obbligano le Società a schierarli. Giovani che giunti al limite di età si perdono nella mediocrità dei campionati di Promozione ed Eccellenza.
In altri casi un cimitero di “elefanti” proveniente dalle categorie superiori. Giocatori giunti ormai a fine carriera che vanno a cercare le ultime sostanze economiche tra i dilettanti. Un giro vorticoso di rimborsi in nero sui quali non esistono controlli e sui quali i vertici della Lega Nazionale Dilettanti chiudono volutamente entrambi gli occhi.
Diverse piazze importanti della Campania sono state oggetto di crisi irreversibili che hanno condotto club, anche rappresentativi, ai margini del calcio che conta. Relegati nei campionati regionali. Sta accadendo a Sorrento, come per Savoia ed a Ischia.
Uno degli esempi più eclatanti, degli ultimi tempi, è quello della Nocerina. I rossoneri vantano una tradizione sportiva veramente importante. Ancora in serie B poche stagioni addietro. I provvedimenti conseguenti a quella sciagurata gara che vedeva i rossoneri confrontarsi all’Arechi con la Salernitana obbligarono i “molossi” a ripartire dal fondo. L’entusiasmo sembrava rinato con la esaltante cavalcata promozione della scorsa stagione. Le due sconfitte consecutive nell’avvio del campionato attuale hanno invece ridimensionato l’ambiente. Sembrano aver provocato un piccolo terremoto che ha portato alle dimissioni del Direttore Prete peraltro già sostituito degnamente da Riccardo Di Bari. Alcune carenze di natura logistica ed organizzativa avrebbero alimentato latenti malesseri nella struttura del club, mal digeriti dalla giovane età di una gran parte del gruppo. A Enzo Maiuri e Riccardo Di Bari, ora, l’impegnativo compito di ricondurre sui binari della normalità la situazione e far dimenticare la falsa partenza in campionato.
L’ambiente non è molto soddisfatto neppure a Cava de’ Tirreni. Gli intoppi che hanno impedito il ripescaggio in Lega Pro hanno lasciato sul terreno scorie fastidiose e non gradite. La parte più accesa della tifoseria sostiene che la squadra della scorsa stagione era più competitiva di quella attuale. Il passo indietro compiuto da Vincenzo Cosa, che ha rinunciato al ruolo di direttore sportivo, ha lasciato alquanto perplessi. Che Domenico Campitiello fosse comunque un uomo di azione e lasciasse, in ogni caso, poco spazio ai suoi collaboratori era cosa risaputa. Al proposito non bisogna meravigliarsi più di tanto. Le prospettive nelle intenzioni del presidente sono sempre quelle di un campionato di vertice e la recente sconfitta con l’Igea deve essere archiviata alla stregua di un semplice passo falso. Al tempo ed al campo il responso sulle reali possibilità di affermazione di questo complesso.
A Torre del Greco il calcio sta invece vivendo una accelerazione notevole. La nuova compagine societaria non ha mai nascosto le proprie ambizioni di primato. Il Presidente Giugliano, Vincenzo Calce, Corrado Scarlato, Antonio Colantonio e Leonardo Mascolo si sono fatti garanti, senza lesinare risorse economiche, di un progetto che mira alla promozione diretta in Lega Pro. Le Istituzioni del territorio, con a capo il Sindaco Ciro Borriello, si sono dimostrate sensibili alle necessità del club al quale è stato ceduto anche in gestione l’impianto sportivo comunale. Ove i risultati dessero ragione lo stadio Amerigo Liguori sarà oggetto del necessario restiling e messo a norma per la disputa del campionato di Lega Pro. Si è aperta per i “corallini” una nuova pagina di storia calcistica. La squadra allestita è tra le più competitive del girone e dopo le due gare iniziali, gira a punteggio pieno in vetta alla classifica. I presupposti ci sono tutti.
Resta da aggiungere una nota di colore. Annovera tra le sue fila Antonio Picci. Un girovago del calcio di origini pugliesi, un portafortuna notevole che parla a suon di gol e, per hobby, colleziona vittorie di campionato. Vi pare poco?