Slitta il pagamento della caparra da parte del fondo d’investimento Equitativa di Dubai nell’ambito della trattativa per rilevare il 100% delle quote da Britaly Post, societa’ controllata dalla famiglia Petroni, proprietaria del Pisa, e allora la societa’ londinese esce allo scoperto, scrivendo al sindaco pisano, Marco Filippeschi, e per conoscenza al presidente della Lega di Serie B, Andrea Abodi, per chiedere se esistono “soluzioni alternative” in modo da superare l’impasse societario. “Il nostro gruppo – scrive nella lettera Lorenzo Petroni – ha accettato l’offerta vincolante formulata dal gruppo Equitativa il 4 settembre, che prevedeva, tra le altre cose all’art. 8, entro giorni 2 dalla sottoscrizione, il versamento dell’importo di 310 mila euro a titolo di caparra e l’ulteriore versamento della somma di 5 milioni e 190 mila euro da effettuarsi sul conto vincolato a garanzia di quanto pattuito. Nei giorni scorsi abbiamo ricevuto una missiva dell’avvocato Lorenzetti, legale di fiducia di Maurizio Mian (imprenditore Pisano che si e’ offerto di fare da garante nell’operazione ndr), dalla quale apprendevamo che il pagamento dell’intera operazione sarebbe stato effettuato da Mian non direttamente dal fondo Equitativa. Apprendevamo, altresi’, che Mian in assenza di adeguata contro-garanzia rifiutava di farsi garante dell’operazione considerando la stessa, in caso di inadempimento, ad alto rischio”. Da qui il nuovo stallo nella gestione del club, con la mancata firma della convenzione sullo stadio che impedisce l’avvio di lavori necessari per l’adeguamento dell’Arena agli standard della serie B che costringe il Pisa a giocare lontano da casa e altri problemi che riguardano l’ordinaria amministrazione societaria che hanno spinto il sindaco a convocare per domani un nuovo incontro tra le parti. Intanto, pero’, la famiglia Petroni vuole sapere perche’ “il fondo Equitativa non verserebbe direttamente gli importi pattuiti e perche’ allo stato attuale lo stesso non e’ in grado di garantire la restituzione degli importi, eventualmente, versati dal terzo garante Maurizio Mian”. Senza tutto questo viene a mancare, sottolinea Petroni, “quel necessario clima di fiducia indispensabile per una rapida e veloce cessione delle quote della societa’ e finche’ il fondo non adempiera’ alle proprie obbligazioni non potra’ partecipare alla gestione della stessa”. Il patron nerazzurro chiede a Filippeschi “di valutare soluzioni alternative in caso di acclarato e persistente inadempimento del fondo: come abbiamo detto, e inconfutabilmente dimostrato, noi vogliamo vendere al piu’ presto: una cordata guidata da affidabili esponenti locali da lei selezionati e coordinati, potrebbero offrire una soluzione sicura e veloce che consentirebbe anche a noi di essere piu’ elastici con riferimento a tempi e modalita’ di pagamento”.
SPORT
13 settembre 2016
Pisa, è dramma: non pagata la caparra per l’acquisto della società. A rischio il campionato