I carabinieri della compagnia Roma Cassia, in collaborazione con il Nucleo carabinieri cinofili di Roma Santa Maria di Galeria, stanno concludendo una complessa attività investigativa, coordinata dalla Procura di Roma, che ha consentito di smantellare due organizzazioni che gestivano una fitta rete di spacciatori di cocaina che riforniva i frequentatori dei luoghi di ritrovo e circoli sportivi di ‘Roma Nord’. Tra i clienti, infatti, appartenenti a tutte le categorie sociali, c’erano anche molte persone benestanti della zona di Roma Nord che, allettati dall’elevata purezza della sostanza e quindi di ottima qualità, acquistavano con una certa regolarità importanti quantitativi per uso personale. Le attività sono tuttora in corso, nelle borgate romane di San Basilio, La Pisana e Tor Bella Monaca, oltre che nel Comune di Monte Compatri (Roma), dove i carabinieri stanno eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dall’Ufficio del gip del Tribunale ordinario di Roma, nei confronti di dieci persone, di cui sei in carcere, tre agli arresti domiciliari e a una è stato notificato il provvedimento dell’obbligo di presentazione presso gli uffici della Polizia Giudiziaria.
Delle dieci persone sottoposte alla misura cautelare, alcune sono ritenute responsabili di associazione a delinquere finalizzata alla detenzione ai fini di spaccio e allo spaccio di sostanze stupefacenti, altri di concorso nel reato continuato di detenzione e cessione di cocaina. L’attività investigativa, durata 6 mesi, ha permesso di infliggere un ulteriore colpo al fenomeno illecito dello spaccio di sostanze stupefacenti nella Capitale, ricostruendo uno spaccato quotidiano dell’attività di spaccio di cocaina portato avanti da due distinti gruppi criminali. Ai componenti del primo gruppo, tutti italiani residenti nel quartiere di San Basilio, dove peraltro era dislocata la base logistica dell’organizzazione, è stato contestato il reato di associazione a delinquere finalizzata alla detenzione ai fini di spaccio ed alla spaccio di cocaina. L’organizzazione criminale era infatti caratterizzata da una struttura gerarchicamente ordinata, dove vigeva una consolidata ripartizione dei compiti e dei ruoli assegnati a ciascuno dei partecipanti, distinguendo addirittura il ruolo di pusher in ragione dell’importanza o meno del cliente e quindi del quantitativo di cocaina consegnata. Inoltre aveva una struttura che prevedeva la tenuta di una contabilità delle vendite comuni.
La droga veniva custodita in luoghi sicuri lontani da quelli di spaccio. L’organizzazione utilizzava schede telefoniche intestate a prestanome, immediatamente sostituite quando gli utilizzatori, anch’essi affiliati, nel corso delle attività di riscontro sono stati arrestati dai Carabinieri della Compagnia Roma Cassia. Infine i pusher si attenevano scrupolosamente agli ordini impartiti dai capi e venivano inviati a qualsiasi ora del giorno e della notte nei luoghi convenuti di volta in volta per l’incontro dei clienti. Rispetto ai membri del secondo gruppo invece i carabinieri non hanno evidenziato rapporti di cointeressenza e legami d’affari tipici di una vera e propria organizzazione. Il gruppo, composto da italiani, aveva la base logistica in un comprensorio residenziale in zona La Pisana. La fiorente e intensa attività illecita delle due compagini disarticolate questa mattina non riguardava solo i quartieri di San Basilio e La Pisana, anzi cospicui affari derivavano dalla vendita della cocaina, risultata dalle analisi a cui è stata sottoposta quella sequestrata durante le attività di riscontro, a clienti residenti in alcuni comprensori residenziali della zona di Roma Nord, nonché ai frequentatori di alcuni centri sportivi della zona. È stato proprio un arresto eseguito all’inizio del 2015 in un comprensorio di via Cassia a far scattare l’attività investigativa considerato il quantitativo di cocaina sequestrata nella circostanza, ben 220 grammi, con percentuale di purezza della sostanza pari all’85%.
Tra i clienti infatti, appartenenti a tutte le categorie sociali, c’erano anche molte persone benestanti della zona di Roma Nord che, allettati dall’elevata purezza della sostanza e quindi dalla sua stessa ottima qualità, acquistavano con una certa regolarità importanti quantitativi per uso personale. Le indagini hanno però permesso di accertare che a rifornirsi da entrambi i gruppi non c’erano soltanto semplici consumatori che acquistavano la cocaina per uso esclusivamente personale, ma, in ragione dell’elevata purezza e quindi della possibilità di ”tagliare” ulteriormente la sostanza e poterne ricavare un quantitativo superiore, anche clienti, a loro volta spacciatori, che acquistavano quantitativi rilevanti, nell’ordine di alcune centinaia di grammi alla settimana, necessari, una volta lavorati, a soddisfare il fabbisogno di esigenti e numerosi altri propri acquirenti. Il giro illecito di affari per i componenti dei gruppi criminali è risultato essere pertanto importante, nell’ordine complessivamente di decine di migliaia di euro alla settimana e mediamente di 3 kg di cocaina al mese.
Dall’attività tecnica di intercettazione è emerso in particolare: un’incredibile sequenza di contatti, di approvvigionamenti e di cessioni di cocaina; che venivano preferiti quali luoghi di spaccio i posti particolarmente affollati come i centri commerciali e i centri sportivi; che gli stessi adottavano accorgimenti al fine di depistare le eventuali indagini, affidando compiti precisi e avvalendosi di diverse automobili e di utenze cellulari pulite; l’utilizzo di diversi locali per la lavorazione dello stupefacente in maniera tale da non poter mai essere scoperti; l’utilizzo di nomi fittizi e soprannomi anche tra di loro, per evitare identificazioni precise da parte della polizia giudiziaria. Il gruppo utilizzava persone incensurate per il trasporto e lo spaccio della cocaina e un linguaggio criptico basato su pochissime frasi, tutte dello stesso tenore, con terminologie a volte scontate e altre volte fatte invece di sottintesi per celare la richiesta di sostanza stupefacente, come i termini utilizzati per fare riferimento alle dosi, chiamate ‘piccolini’ e ‘grandi’, che indicavano i dosaggi diversi di sostanza da 0,5 e da 1 grammo, ”t-max” per indicare invece il dosaggio da 5 grammi. Durante le indagini i carabinieri della Compagnia Roma Cassia hanno arrestato in flagranza di reato nove persone, segnalate alla Prefettura per uso personale di sostanze stupefacenti sette assuntori abituali e sequestrato complessivamente circa grammi 764 di cocaina.