L’accusa è pesante come un macigno. Un luogotenente della Polizia Municipale, divenuto il volto (anche mediatico) della lotta alle auto clonate, è finito in carcere ieri mattina perché accusato di aver estorto soldi a diversi automobilisti per chiudere un occhio sulle irregolarità riscontrate in materia di circolazione stradale. Le porte del carcere di Poggioreale si sono aperte per Antonio De Felice, conosciuto come ‘Serpico’: deve rispondere di numerosi episodi di concussione ed estorsione. De Felice è ispettore della polizia municipale di Napoli in servizio presso l’unità di Poggioreale. Misure cautelari sono scattate anche nei confronti di altre sei persone, tra le quali pure un funzionario del Comune di Napoli, un altro ispettore della polizia municipale, due assicurati e due cittadini extracomunitari. Ai domiciliari sono stati sottoposti Ciro Autiero (classe 1953) e Mamad Loum (senegalese classe 1974). L’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, invece, è stato disposto per Salverio Coppola (classe 1954), Benito Savio Pedris (srilankese classe 1956), Salvatore Sangiacomo (classe 1956) e l’assicuratore Gaetano Marigliano. Il nome di Marigliano era già affiorato nell’ambito di una vecchia inchiesta che vide coinvolti anche esponenti del clan Stolder: Marigliano fu accusato di truffa perché presentò ad istituti finanziari richieste finanziarie, per conto di terze persone, corredate da documenti falsi. L’indagine è stata condotta dai finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Napoli (guidati dal colonnello Giovanni Salerno) ed è stata coordinata dalla procura, in particolare dal pool ‘reati di criminalità economica’ guidato dal procuratore aggiunto Fausto Zuccarelli. L’attività investigativa – svolta anche con intercettazioni telefoniche ed ambientali – hanno consentito di accertare che ‘Serpico’ «dopo aver riscontrato irregolarità amministrative come polizze assicurative scadute o false, tratteneva l’autovettura e i documenti dei soggetti fermati prospettando loro la possibilità di non redigere i verbali di contestazione in cambio di somme di denaro». La curiosità è che le vittime di questo (presunto) sistema erano tutti extracomunitari: cinesi, cingalesi e ivoriani. Ma non è tutto. De Felice – incalza la procura – avrebbe talvolta «simulato il furto del veicolo, costringendo la vittima a versargli una somma di denaro per ottenerne la restituzione». Quanto agli altri sei indagati, sarebbero stati «utilizzati come mediatori delle richieste concussive del vigile».
CRONACA
16 settembre 2016
Napoli. “Pagami se non vuoi la multa”, vigile finisce nei guai