Viene licenziato mentre si sta curando da un male terribile, poi gli amici sottoscrivono un patto di solidarietà per aiutarlo economicamente ma dopo tre mesi passati senza vedere soldi dall’ufficio amministrativo dell’azienda gli rispondono che «estrapolare un’ora di stipendio dalle buste paga sarebbe un lavoro immane, nonché dispendioso per la società». E quando chiede di essere reintegrato per rivestire il ruolo di guardia ambientale, presentando tutta la documentazione medica, la ditta gli risponde che «tra venti giorni andrà via e non è intenzionata ad assumermi, per motivi economici». A raccontare la sua storia è Antonio D’Apice, un operaio di 51 anni che per quasi 20 anni ha lavorato nella Multiservizi e s’è ammalato di leucemia poco prima che la partecipata del Comune fallisse.
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